BOREA d’OLMO FAMIGLIA, DUCA BACICIN

La Famiglia Borea d’Olmo è il più antico e nobile casato di Sanremo.  Nella foto accanto il gruppo di famiglia per preparato per il compleanno centenario del  Duca Giovanni Battista Borea d’Olmo che i sanremesi chiamavano affettuosamente “Bacicìn”.  I Borea si erano trasferiti a Sanremo dalla Romagna nel XV secolo e furono nominati Baroni sotto I’ Impero francese; Marchesi e poi Duchi sotto i Savoia. Erano stati grandi possidenti terrieri, ed anche a Sanremo gestirono proprietà a oliveto ed estesi agrumeti da cui ricavavano lauti profitti.  Edificarono il loro principesco palazzo ai piedi della citta vecchia già dal XV secolo, ampliandolo nei secoli successivi nelle forme e nelle decorazioni barocche che ancora oggi caratterizzano I’ imponente complesso che delimita un’ area fra I’ attuale via Matteotti e via Cavour. Ebbero sempre un ruolo di indirizzo nella vita politica e sociale della città che rappresentarono, nel tempo, in funzione di sindaci o responsabili di istituzioni cittadine. Il Manoscritto Borea, ristampato negli ani 70 dal Duca Guido Orazio, è un prezioso diario che riporta le vicende della Famiglia nei secoli, rimane un documento fondante per Sanremo.  I Borea d’Olmo legarono le sorti della loro Famiglia alla prosperità della città di adoperandosi alla sua rinascita, dopo il disastro della rivoluzione del 1753.  Sostennero i lavori del nuovo porto (Pier Francesco Borea) e la costituzione, nel 1843, di una società in grado di competere sul mercato internazionale e salvaguardare gli interessi dei commercianti sanremesi di agrumi (Michele Borea d’Olmo). Generazione dopo generazione i Borea d’ Olmo si dedicarono all’abbellimento del loro palazzo: portali monumentali, decorazioni raffinate dei soffitti e delle stanze dei due piani nobili arricchiti da affreschi dei più importanti artisti italiani. Cosi Palazzo Borea d’Olmo, dal Seicento fino al Novecento ospitò i più importanti personaggi di passaggio nella citta.  Il suo elegante giardino all’italiana, le sue stanze dipinte, la sua quadreria, le raccolte araldiche, I’ antica biblioteca e l’ archivio documentale, I’ armeria nonché il parco e un giardino pensile incantevole, divennero delle attrattive per i viaggiatori di alto rango. Nelle sue stanze dormirono la regina di Spagna Elisabetta Farnese, moglie del re Filippo V (nel 1714), il re di Sardegna Carlo Emanuele III nel 1746, Napoleone Bonaparte e papa Pio VII che vi soggiornò l’ 11 febbraio 1814 e la regina Maria Cristina di Savoia nel 1843.  Dai Savoia,  la nobile Famiglia ebbe, net 177,il feudo di Olmo (Alto Monferrato  Acquese) e ii titolo di Marchesi, attribuito per primo a Tomaso Pier Francesco che aveva rafforzato il suo impero economico anche attraverso   l’unione  matrimoniale con Livia Roverizio figlia del conte Giovanni Pianavia-Roverizio, erede del feudo di Roccasterone, nell’entroterra di Nizza.  Nel 1785 Brigida Borea d’Olmo, una delle figlie del marchese, sposò Pietro Sartorio, dell’antica famiglia sanremese di ricchi commercianti. Pietro e Brigida, trasferiti a Trieste, si costruirono una fortuna con il commercio di granaglie e furono i capostipiti dell’importante ramo triestino della Famiglia Sartorio (nominati baroni dagli Asburgo), a cui Trieste dedica oggi un interessante museo.  La figura di spicco della famiglia Borea d’Olmo agli inizi dell’ Ottocento é Tomaso Gio. Batta (1767-1838) sposato alla baronessa Costanza Clara Sapia Rossi. Di fede massonica e liberale fu sindaco della città sotto Napoleone 1, che lo nominò, nel 1813, Barone dell’Impero. Con la sconfitta di Napoleone e il grande capovolgimento che ne seguì, Tomaso accolse positivamente il passaggio della Liguria all’influenza sabauda e il ritorno della casata Borea d’Olmo all’antica sudditanza ai Savoia dei quali, da allora, fu fedele servitrice.  II quinto marchese Borea d’Olmo, Giovanni Battista (1831-1936), detto “Duca Bacicìn” , accompagna Sanremo per più di cento anni. Fedelissimo di Casa Savoia, fu paggio di Carlo Alberto e, dopo la laurea in giurisprudenza, entrò nel Ministero degli esteri e collaborò con Camillo Benso di Cavour. Si congedò nel 1892 come ministro plenipotenziario. Tra i vari incarichi ricoperti  nell’amministrazione della Real Casa, fu Primo maestro delle cerimonie e Prefetto di palazzo dopo il 1913. L’anno dopo gli fu conferito il titolo ereditario di Duca e nel 1922 fu nominato senatore del Regno.  Autentico punto di riferimento per la vila cittadina, era figlio di Michele Borea d’Olmo e Anna Carrega. Fu anche sindaco di Sanremo dal 1893 al  1895.  Tra Otto e Novecento,  alcune proprietà dei Borea d’Olmo furono concesse al Comune permettendo l’edificazione di im­portanti strutture turistiche: nel 1875 nell’area dell’agrumeto, lato nord-est del palazzo Borea d’Olmo, fu costruito il teatro Principe Amedeo, mentre i terreni adibiti a pista privata di pattinaggio privato della famiglia, adiacenti ai giardini Maria Vittoria, furono ceduti  per la costruzione del Casinò municipale.Si ricordano infine i discendenti del secolo scorso, Agostino Borea d’Olmo e sua moglie Marie Grandval, già vedova Zirio ed erede della villa Zirio, l’ elegante residenza che ospitò Federico III di Germania. Fondatrice con il marito nel 1917 della locale Croce  Rossa Italiana, diventò la prima Ispettrice delle crocerossine. I loro quattro figli: Anna, Giulia, Margherita, Michele Angelo (1896-1960), Duca e settimo Marchese Borea d’Olmo e i loro nipoti – Gian Marco (1921-­1999) e il Duca Guido Orazio (1925-2009) – furono Ie generazioni dei Borea d’Olmo protagoniste della vila cittadina del XX secolo” .                  Loretta Marchi                                                                                   Il Duca Guido Orazio Borea d’Olmo ed il fratello Gian Marco con moglie, suocera ed il figlio Giovanni Battista, attualmente Direttore del Porto turistico di Montecarlo e di Ventimiglia, recentemente nominato Console del Mare 2022-23 dalla Famija Sanremasca

 

 

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