Marsaglia ing. Ernesto Senatore e la Villa di Sanromolo

Senatore Ernesto Marsaglia.  La strada carrozzabile Sanremo-San Romolo fu interamente realizzata solo nel 1924 , con il fondo  in terra battuta; prima di diventare percorribile agevolmente,  passarono parecchi anni. I lavori erano iniziati alcuni mesi prima dello scoppio della Guerra Mondiale 15\18;  poterono proseguire,  perché Marsaglia aveva ottenuto, dal Ministero competente,  la possibilità di impiegare, per i grandi sbancamenti, i numerosi prigionieri di guerra austriaci  ospitati nelle strutture ricettive, temporaneamente senza clienti. Pare che il primo a percorrerla in macchina, anche se in maniera un po’ rocambolesca, sia stato proprio il suo ideatore: Ernesto Marsaglia, (allora, eletto Senatore a vita dopo tre legislature da deputato) al quale, parecchi anni dopo, fu doverosamente intitolata la strada.  Il Senatore arrivò fino a San Romolo con la sua berlina, ma nelle curve, ancora molto strette, gli operai dovettero orientare la vettura con grosse barre di legno  per consentirgli il proseguimento. “Nella foto in basso, si vedono ancora i pali– afferma Ernesto Taggiasco-  un autore di racconti molto documentati sulla storia  di Sanremo, Sanromolo e dei suoi abitanti, proprietario dell’ immagine”.  Fu proprio  Marsaglia a raccontare la grande emozione di giungere in automobile, e per primo, sul grande prato. Molto tempo  dovette passare, prima che le molte strade, costruite per scopi militari nel retrofronte con la Francia, diventassero disponibili e carrozzabili anche  per gli abitanti del nostro entroterra, mutando l’antica  abitudine radicata di spostarsi a piedi o a dorso di mulo lungo le ripide mulattiere.  Per i cittadini sanremesi, a metà degli anni trenta spuntarono anche i panoramici vagoncini della Funivia più lunga del mondo.  Fra le tante realtà architettoniche di grande qualità censite nella San Remo della Belle Epoque e sino ai folli anni Venti,  compaiono numerose ville intitolate ai  Marsaglia, oltre allo scomparso Castello di famiglia in via Roccasterone, voluto dall’ ing. Giovanni. I primi componenti della storica Famiglia torinese ampliarono i loro La Villa Marsaglia di Sanromolo sorge ancora oggi nel bosco del Prato delle Monache. E’ stata acquistata da un turista dell’Est Europa
interessi  acquistando terreni anche nei dintorni di San Romolo e di altre zone dell’immediato entroterra. Alla pari  delle maggiori famiglie sanremesi, adottarono la confortevole consuetudine, offerta dalle elevate zone boscose per sfuggire alla calura dei mesi estivi, costruendo la villa Marsaglia di San Romolo. Due generazioni

 

 

della Famiglia la abitarono, attuando quella forma di emigrazione turistica stagionale che si chiamava proprio “Villeggiatura”  perché  si trascorreva serenamente in una villa di famiglia o affittata.  Venne anche mutato il destino della conca verde di Sanromolo che, solo mezzo secolo prima, da modesto eremo, sembrava destinato, a  divenire sede di un centro conventuale di meditazione trascendente, mai decollato. Le immagini  mostrano  alcuni momenti di vacanza di alcuni Marsaglia ed affini,  durante i rituali momenti di vacanza a Sanromolo; prima seduti sui gradini dell’ingresso dell’ Albergo Bomboniera  e l’altra fra i secolari castagni del prato. L’ultimo proprietario Marsaglia è stato Roberto, figlio del Sen. Ernesto  che l’aveva edificata nell’immenso parco. Lo stile austero della costruzione é quello che caratterizza le altre costruzioni di famiglia dei Marsaglia: tranne le decorazioni elaborate del famoso castello cittadino, la rustica pietra a vista e gli ampi spazi la rendono simile alla funzionalità delle ville di campagna britanniche.  La rilevanza di questo edificio si deve al fatto di essere collocato nella cartografia della Guida del Touring Club Italiano, edizione 1916, oltre che nelle carte dell’Istituto Geografico Militare.  Nel 1952 la grande tenuta boschiva con la Villa fu venduta a privati.
Prima domenica d’agosto del 1939; l’obiettivo della Leica di Gianni Moreschi ritrae gli habitué di Sanromolo, grandi e piccini, nell’ultima estate di Pace. Al centro il Podestà Giovanni Guidi e la moglie. 

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