MILANO SANREMO dal 1926 al 1930

MILANO SANREMO del 1926        CostanteGirardengo  IL  CAMPIONISSIMO ETERNO.  Con questo titolo ,La Gazzetta Cello Sport salutava la quinta vittoria di Girar­dengo nella  Sanremo. Girardengo o Binda era stato il dilemma della vigilia: Belloni che era a capo di una fortissima squadra internazionale sponsorizzata da una mar­ca tedesca, non nascondeva le sue mire.  Ma Girardengo dominò tutti, tanto che gli esperti  giudicano la sua partecipazione del 1926 tra le sue più significative prestazioni della sua lunga carriera. Iniziò con una lunga fuga dal Turchino  verso la Riviera, assieme a due giovani, Ciaccheri e Negrin;  li staccò a tempo debito e, sul traguardo di Sanremo, arrivò splendidamente solo. Girardengo in quello stesso anno pur vincendo sei tappe non riuscì a vincere il Giro, vinto da Alfredo  Binda,  nuovo  dominatore del ciclismo italiano, che lo precedette di quasi cinque mi­nuti in classifica generale.  Altre vittorie furono il Giro del Veneto (da­vanti a Zanaga e a Binda), il Giro dell’Emilia (davanti a Binda) e il suo nono Campionato Italiano (ancora davanti a Binda e a Belloni). L’anno 1926, dunque, era  comin­ciato  splendidamente per il “campionissimo” di Novi Ligure che si e aggiudicato di forza – con oltre sei minuti su i 2 compagni di fuga  “La maglia di Girardengo é pulita perché ad Arenzano “si e attardato per eseguire una sommaria toilette” scrisse un arguto cronista della Gazzetta dello Sport.   

MILANO SANREMO del 1927     nze

Chesi Pietro, é nato a Gambassi nel 1914. La sua virtù più spiccata era  il co­raggio, ed ha raccolto nella Milano-Sanremo del 1927 il premio che in molte altre occasioni era sfuggito. Il corridore toscano in varie occasioni aveva dato libero sfogo al suo estro combattivo. Soltanto nella prima grande competizione dell’anno l’atteso e  clamoroso successo é giunto a tingere con i colori della gloria una carriera che,  altrimenti, non sarebbe riuscita ad inserire il suo nome nell’elenco di quelli che “hanno fatto la piccola storia del ciclismo“.  Cesi era un ameno spirito di toscano, famoso, prima delta ventesima edizione della San­remo, più per certe sue stravaganze che per le sue vittorie (che pure, nelle com­petizioni dilettantistiche, non erano mancate). Lo chiamavano “Pelo, o anche Cam­pione della Tripolitania” perché, correndo senza parafanghi, si sporcava tanto da sembrare un negro. La sua Sanremo fu davvero romanzesca: nessuno gli diede credito quando fuggì ed it suo vantaggio andò progressivamente aumentando si­no a 17′. Il resto to fecero Ie grida di incoraggiamento dei supporter, al seguito: “300 lire se arrivi solo ad Arenzano! 500 se a Savona sei ancora in testa! 1000 se resisti sino a Loano!”.  Tra la sorpresa generale sul traguardo di Sanremo si presentò solo Pietro Chesi, toscano, 23 anni, autore di una lunga e coraggiosa fuga. La “Gazzetta” lo definì: “Il taurino socio della Legione di Carpi” che venne sorretto dalle forze dell’ordine perché a 50 km. dal traguardo fu colto dalla fame e nel finale deve aver penato parecchio  per resistere al ritorno dei “grandi.

MILANO SANREMO del 1928

Costante Girardengo, sempre ricco di allori nel 1927 aveva partecipato alla prima edizione dei Campionati dei Mondo che vide il successo della squadra Italiana: Girardengo fu secondo alle spalle di Binda. Nel 1928 aveva compiuto 35 anni, ottenne la sua sesta vittoria nella Milano-Sanremo e il successo nel Criterium degli Assi a Milano nella Milano-Modena a cronometro. Quando cessò I ‘attività diventò commissario tecnico dei professionisti italiani conducendo Gino Bartali alla vittoria dei Tour de France nel 1938. VINCI, PAPA’ Quella dal 1928 fu una tra le più palpitanti edizioni. II motivo era quello che tan­te volte si ripete nello sport, ma che più commuove le folle: la lotta tra il vecchio campione, ormai al tramonto della sua splendida carriera, e il giovane asso che tenta di scalzarlo. Girardengo aveva trentacinque anni; Binda non ancora venti­sei, ed era it campione dal mondo. Fu un duello ai ferri corti che Binda, partito in fuga solitaria al Capo Berta, sembrò risolvere decisamente in suo favore. Gi­ra, rimase staccato, ma inseguì tenacemente prima con Negrini, poi solo. E il vec­chio ce to face: raggiunse il rivale al casello daziario di Sanremo e con la consue­ta abilita tattica to batté in volata, conquistando la sua sesta vittoria nella classi­cissima. Girardengo, raccontò in seguito, che al mattino, al passaggio da Novi, i suoi bambini gli avevano gridato: “Vinci papà!”.  Sul Turchino Binda era riuscito a staccare il rivale e quando venne raggiunto entrambi pedalarono ai due lati della strada, quasi fossero impegnati in una cronometro. Girardengo, in volata ebbe la meglio su Binda per pochi metri.

MILANO SANREMO del 1929 

Binda Alfredo, nacque a Cittiglio (Varese) I’11 agosto 1902. Cominciò a correre a diciannove anni in Francia, in provincia di Nizza, dove si trovava per lavoro. Stilista quasi perfetto, venne indicato come esempio per il modo di scattare nelle salite e nelle volate. Dal 1921 al 1933, ottenne più di cento vittorie. Si era già aggiudicato tre Giri d’Italia (del ’25, del ’27 e del ’28) vincendo 19 tappe e sbaragliando gli avversari, primo fra tutti Girardengo. Si aggiudicò tre Girl di Lombardia consecutivi e tre Campionati Italiani negli stessi anni (’25, ’26’27), due Giri di Toscana, una Milano-Modena. Accoppiato a Girar­dengo vinse la Sei Giorni di Milano nel 1927. A cronometro fu primo nel G.P. di Torino (’26 e’27) e nel Giro della Provincia di Milano, sempre in coppia con il suo compagno di squadra Giovanni Brunero. La sua vittoria nell’ edizione della Milano-Sanremo del 1929 fu netta: otto minuti e mezzo su  Frascarelli. “Insomma, non sono proprio destinato a vincere questa corsa” aveva esclamato Alfredo Binda, molto ama­reggiato al termine dell’edizione dell’anno precedente. Ma la sfor­tunata esibizione valse solo a rafforzare in lui il desiderio di conquistare finalmen­te la vittoria nella “Corsa al sole. Nel 1929 si preparò scrupolosamente, non ri­sparmiando sacrifici e studiç anche un accurato piano di battaglia che il giorno della corsa mise in atto.  Ad Arenzano, mentre i compagni del drappello di testa indugiavano a rifornirsi, egli partì di scatto e solo Negrini, che a Varazze fu vittima di una caduta, riuscì a seguirlo. Da Varazze a Sanremo fu una cavalcata trionfale per Binda, che indossava la maglia tricolore di campione d’Italia. Anche il vecchio record di Defreaye veniva nettamente migliorato ed Alfredo Binda si aggiudicava finalmente la sua prima Milano-Sanremo

MILANO SANREMO del 1930

Michele Mara, aveva vent’anni quando prese parte alle prime competizioni. Dopo un secondo posto al mondiale di Budapest, pas­sò al professionismo. Nel 1930 vinse la Milano Sanremo, e ben cinque tappe del Giro d’Italia, la XX Set­tembre (due vittorie di tappa), il Giro di Lombardia. Ebbe la gioia di vestire la ma­glia rosa (Giro d’Italia 1931). Fu routier-sprinter di grande valore.  La 23 edizione della ”Sanremo” si svolse all’insegna della rivalità tra Binda e Girardengo. Una rivalità talmente accesa che, quando “Gira” nei pressi di Me­sone rallentò fingendo di controllare la macchina, anche Binda si fermò per non perderlo di vista. I due si imitarono persino nella sfortuna. Cadde “Gira” nella di­scesa dei Piani d’Invrea: e prima di Varazze anche Binda fu vittima di una pau­rose caduta dovuta all’allentamento del manubrio. Due successive forature indussero Binda, ormai staccato, al ritiro. Girardengo invece rientrò nel gruppetto di test, ma nella volata finale il furbo bustocco Michele Mara fu il più lesto nel riuscire ad imporsi in volata su un gruppetto formato da una dozzina esatta di corridori.

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