PIETRO GUIDI Fotografo

I pescatori di Sanremo: serie di immagini realizzate nel suo studio da Pietro Guidi alla fine del 1800.

Una pagina del volume di fine ottocento DIE RIVIERA dove appare una xilografia di Nestel ricavata da un’immagine di Guidi

A Pietro Guidi, protofotografo ligure, forse uno fra i più preparati ed attivi operatori della neonata “Arte fotografica”,  si deve attribuire anche il merito di aver esplorato con toni evidenti di originalità i primi aspetti dello specifico fotografico varcando di qualche passo la soglia dell’ indagine fotografica sociale, che a partire dai primi anni del 1900 sino ai giorni nostri, è stata uno dei campi in cui il “terzo occhio” di molti autori ha avuto modo di rivelarsi.  Guidi lo ha fatto, in modo forse ingenuo, ambientando nel proprio studio la realizzazione di una serie di indigeni mentre mimano il loro mestiere abituale. Pescatori, lattai, contadini, filatrici …. recitano in modo realistico e fortemente comunicativo il loro quotidiano, nonostante l’improbabile precarietà dello sfondo. Ci restituiscono sintomatici esempi di un periodo in cui anche l’editoria più aggiornata, nella quale l’iconografia è ancora delegata alla punta del bulino, si serve dei primi scatti fotografici come modello. Infatti nel lussuoso Die Riviera corredato dalle xilografie di Nestel si ritrovano le tracce delle immagini scattate da Pietro Guidi ai suoi figuranti.  Inoltre, durante un periodo di tempo compreso fra il 1860 ed il 1880, si stringeva nella nostra città, non ancora assurta a capitale nazionale della floricoltura, ma affermato centro di produzione e selezione di agrumi, un solido patto di collaborazione fra Pietro Guidi ed il botanico Prof. Francesco Panizzi.   Il risultato di questa feconda intesa è tuttora concretamente testimoniato dalle oltre 160 tavole fotografiche, virate in seppia e custodite nella Civica Biblioteca di Sanremo.  Esse ritraggono le “piante più peregrine di Sanremo e dintorni “secondo quanto recita la pubblicità apparsa nella Guida Da Prato del 1876 e relativa alle produzioni del Premiato Stabilimento fotografico di Pietro Guidi, sito in via Vittorio Emanuele 26 – Casa Escoffier 1° piano.     La vitalità e l’importanza di questa preziosa collezione di immagini, premiata fra l’altro alle esposizioni internazionali di Milano (1871), Genova (1872) Londra (1873) e Vienna (1878), citata in tutte le opere ed i saggi dedicati alla fotografia ed agli autori più importanti dell’ottocento, appaiono ben lungi dall’essersi esaurite anche ai giorni nostri. Infatti, oltre all’innegabile valore documentaristico dovuto alla ricerca delle specie vegetali ritratte ed alle notizie relative alle epoche ed ai luoghi di fioritura, la preziosa raccolta viene, di volta in volta, richiesta per importanti esposizioni dedicate ai pionieri della fotografia, come quella che Giuseppe Marcenaro allestì negli ultimi anni del secolo scorso a Genova corredate da un nutrito ed esauriente catalogo dedicato ai fotografi che operarono in Liguria dal 1839 sino al primo novecento. Infatti, nel pur ampio e già documentato panorama fotografico italiano, e forse mondiale, l’opera di Guidi e Panizzi costituisce un sorprendente, originale, unico complesso di fotografie.  La sua importanza è dovuta sia alla completezza ed all’ampiezza nell’indagine scientifica che all’intuizione anticipatrice sui tempi, delle possibilità di un uso scientifico   del nuovo mezzo di comunicazione, ancora ai primi passi. Si aggiunga l’attrattiva esercitata dalle immagini naturalistiche nei confronti dei soggiornanti stranieri, ma soprattutto dalla descrizione ambientale nel suo complesso.          Sorpresa, quindi, giustificata ammirazione per le qualità formali di queste immagini ultracentenarie, ma anche alta considerazione per  avere intuito e sperimentato le possibilità offerte dal nascente mezzo di espressione con autorità e consapevolezza. Le intenzioni che sono alla base di questa operazione, si ricavano dalla premessa che accompagnava le cartelle fotografiche dove si legge: “nello studio della natura e più specialmente in quello della Botanica, figure furono in ogni tempo un potente e valido aiuto all’illustrazione e ricognizione delle specie. I lavori iconografici di qualche importanza che da Dodoneo al Mattioli in poi videro la luce, li dobbiamo al bulino, all’acquaforte ed alla pietra; i quali, benché ci abbiano arricchiti di discrete figure ciò nullameno lasciarono molto a desiderare sia dal lato dell’arte che della scienza. Ad una creazione del presente secolo- alla Fotografia- era riserbata la palma di riprodurre la natura nel suo bello e nel suo vero; ed è appunto a questa nuova applicazione delle scienze fisico-chimiche che noi abbiamo ricorso per figurare le piante più rare e ricercate che formano la ricchezza della Flora Sanremese”. Il Narcissus Panizzianus, dedicato a Francesco Panizzi dal Parlatore nella prima Flora Italiana è ancora oggi valido come sinonimo. Nella veduta di Pietro Guidi si vede la parte del torrente San Francesco prima di esser coperto per formare Piazza Colombo e l’attuale via San Francesco. 

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