MILANO SANREMO dal 1951 al 1970

MILANO SANREMO del 1951

Luison Bobet, nato a Saint Meen le Gand (Ille-et-Villaine), località francese della Bretagna, il 12 marzo 1925. Corridore intelligente, professionista scrupoloso, ostinato come tutti i bretoni. Campione del mondo nel 1954 in Germania, a Solingen, dove Coppi si era presentato per difendere il titolo conquistato I’ anno prima a Lugano. Sul po­dio iridato, salì altre due volte: nel 1957 e nel 1958, per ricevere la medaglia d’argento. Queste le sue grandi vittorie: tre Tours de France consecutivi (dal 1953 al 1955); due volte campione di Fran­cia (’50, ’51); Milano – Sanremo (’51); Giro di Lombardia (’51); Parigi-Roubaix (’56); Bordeaux-Parigi (’59); Giro delle Fiandre (’55); G.P. delle Nazioni a cronometro (’52). Al Tour de France fu primo in 11 tappe.  Al Giro d’Italia si piazzò secondo nel 1957 (vittoria di Gastone Nencini) e quarto net 1958 (dietro a Baldini, Brankaert e Gaul).  Smise di correre in seguito ad un incidente stradale il 15 dicembre 1961 tornando da Bruxelles. Non tardò a farsi strada anche fuori dallo sport. Creò centri di talas­soterapia presso i quali vanno a curarsi persone provenienti da tutte le parti del mondo. Con la sua partecipazione alla Corsa al sole, il “botta e risposta fra Coppi-Bartali”  si interruppe. Coppi, che medita­va la rivincita dell’anno precedente, era stato costretto a rinunciare alla “classicissima” per una caduta nella Milano-Torino; Bartali era assai lontano dalla forma e dal rendi­mento migliore. Erano ormai trascorsi diciassette anni dall’ ultima vittoria straniera e la corsa fu dominata dai francesi Bobet e Barbotin, che fuggirono a Capo Berta e non furono più ripresi.  Ultimo a cedere all’offensiva dei due fu il giovane Petrucci.   In Riviera si susseguirono gli attacchi fra i tre fuggitivi, fino a quello definitivo sul Berta, mentre  l’attesa della folla dietro le transenne dell’arrivo, si faceva spasmodica ad ogni annuncio degli altoparlanti.  L’ultima pedalata, nella ormai consueta cornice di pubblico, fu quella di Luison Bobet, che si aggiudicò questa “Sanremo” con 3′ di vantaggio sul connazionale Barbotin e 3,19 su Loretto Petrucci che stava “prenotando le due prossime edizioni della Sanremo“.

MILANO SANREMO del 1952 e del 1953

Petrucci Loretto, é nato a Capostrada (Pistoia) il 18 agosto 1929. Iniziò I’ attività dilettantistica nel 1948, partecipò ai mondiali dilettanti di Valkenburg dove però si ritirò. Esordi come indipendente nella Tre Valli Varesine del ’49; nel 50  ag­giudicò la Coppa Lamporecchio a Pistoia e il Criterium degli Assi a Prato. Nel ’51 vinse il Giro di Toscana e fu terzo nella “Sanremo”. Passato  al professionismo, al Giro d’Italia non riuscì a distinguersi mostrando predisposizione per Ie corse in linea. Vinse la sua prima Milano-Sanremo quasi a sorpresa. Erano i tempi di personaggi all’apparenza più dotati come Kubler,  Koblet (recente vinci­tore del Tour), Coppi, Bartali, Bobet (vincitore della precedente edizione della “San­remo”), Magni, Van Steenbergen, tutti campioni che si dividevano i favori del pronostico. Coppi tentera la soluzione di forza? E in tal caso come reagiranno Kubler e Ko­blet, recente vincitore del Tour? Non tenterà il bis il trionfatore della precedente edizione Bobet? Oppure si avrà una soluzione in volata con la vittoria dello spe­cialista Van Steenbergen? E Magni e Bartali quale ruolo reciteranno? Con tutti questi affascinanti interrogativi nasceva la 43a edizione che raccoglieva alla partenza i più bei nomi del ciclismo europeo. Eppure nessuno di questi nomi celeberrimi figura nelle prime posizioni dell’ordine d’arrivo. Un drappello di audaci aveva rot­to gli indugi. Un giovane, Minardi, aveva dominato sul Berta; e un altro giovane, Petrucci, che a Capo Male era stato lanciato dal suo marcatissimo caposquadra Coppi, sistemava il gruppetto in volata. sfrecciando vittorioso sul traguardo di Sanremo. Alle sue spalle Minardi, Blusson, Geminiani. Gli altri, i campioni, lasciati a più di un minuto. Nella foto sotto, i complimenti di Fausto Coppi (a sinistra)  a Loretto Petrucci, e dietro il direttore sportivo Tragella.  1953. Nell’edizione dell’anno successivo,  Petrucci farà nuovamente sua  per la seconda volta consecutiva la Milano-Sanremo con lo stesso copione con cui aveva vinto I’ anno precedente. Mentre i grandi campioni si trastullavano nel controllarsi si avviò una fuga lungo la Riviera da parte di un grup­petto che si frazionò sui Capi,  permettendo il successo in volata a Petrucci ancora su Minardi, secondo anche I’ anno precedente. Questa rimarrà per diciassette anni I’ ultima vittoria italiana. Romperà il lungo dominio straniero Michele Dancelli nel 1970.  Petrucci vincerà, nei mesi seguenti la Parigi-Bruxelles e la sesta edizione della Challenge Desgrange-Colombo giungendo  terzo nella Freccia Vallone. Nel ’55 si aggiudicherà il Giro del Lazio e nel 1968, all’ età di trentotto anni, annuncerà un clamoroso tentativo di ritorno alla Milano­ Sanremo, ma dopo 110 chilometri, nella Milano-Torino, abbandonerà la folle idea.   

MILANO SANREMO del 1954

Van Steenbergen Rik, nato ad Arendok, località belga delle Fiandre, il 9 settem­bre 1924.,comincib ad affermarsi nelle corse su pista a diciotto anni. Una carriera ricca di oltre 350 vittorie. Ecco le principali: tre volte campione del mondo (’49 e ’56 a Copenaghen, ’57 a Waregem). Per tre anni campione nazionale (’43, ’45, ’54). Vincitore della Milano – Sanremo (’54), di due Parigi – Roubaix (’48 e ’52), della Parigi – Bruxelles (’50), di due edizioni della Freccia Vallone (’49 e ’58). Primo in nove tappe del Giro d’Italia e in quattro del Tour de France. Tra le mol­te vittorie che ottenne su strada, spicca quella del Giro dell’Argentina del 1952. AI Giro d’Italia del 1951 terminò al secondo posto, ad appena 1’46” da Fiorenzo Magni. Su pista vinse 34 Sei Giorni, 5 campionati d’Europa dell’americana, 13 titoli na­zionali nelle varie specialit6 (velocità, derny, inseguimento, omnium, americana). Disputò la sua ultima manifestazione il 10 dicembre 1966 al Palais des Sports di Anversa.  Della sua vittoriosa partecipazione  alla Sanremo, del 1954, Rik Van Steenbergen, non si rese conto all’arrivo, quando scese dalla bici dopo la volatona fi­nale. Lo seppe solamente  una decina di minuti dopo, quando vide venirgli incontro una fanciullona col tradizionale mazzo di ftori per il vin­citore. Sgranò tanto d’occhi e pensò a un errore. Aveva vinto e non lo sapeva!. La  strana vicenda si era sviluppata casualmente perché a Laigueglia erano fuggiti tre uomini, Remy, Ockers e Filippi, ed avevano tutti la possibilità di arrivare solitari al traguardo.  A un certo punto Coppi, che era nel grup­pone, mandò avanti la vettura della case per consigliare a Filippi di non spremersi troppo in vista della volata.  L’ordine venne frainteso e Filippi si sentì obbligato a smettere di forzare l’andatura. Gli inseguitori poterono cosi recuperare in vista dell’ arrivo quando, ormai,  non mancavano che 1200 metri.  II grande Rik non si era accorto del ricongiungimento e disputò la vo­late convinto di battersi e di aver primeggiato in uno dei piazzamenti secondari. 

MILANO SANREMO del 1955 

Derycke Germain, nato a Bellegem, località belga delle Fiandre, il 2 novembre 1929. Fu I’ ultimo a cedere a Fausto Coppi al campionato del mondo che si svolse nel 1953 a Lugano quando si classificò secondo a 6’22” dallo scatenato campio­nissimo. Come protagonista di grandi classiche merita la citazione perché si aggiudico la Parigi – Roubaix (’53), la Freccia Vallone (’54), la Milano- Sanremo (’55), la Lie­gi – Bastogne – Liegi (’57) e il Giro delle Fiandre (’58). Molti altri furono i suoi suc­cessi. In Italia vinse la Tre Valli Varesine del ’57.  II 1953 e I’ anno dell’ultima vittoria italiana e del lungo inizio di vittorie d’altre bandiere. Gli stranieri salgono in cattedra, e per i nostri non c’è più nulla da fare. Sembra, a scorrere gli ordini d’arrivo, di essere tornati alle prime edizioni della corsa: i nomi dei vincitori sono tutti esotici. I dominatori dell’edizione del 1955 non sono dei superassi: ma hanno in più degli avversari, audacia, decisione e buona forma. Inoltre il Traguardo di Sanremo ha raggiunto importanza e notorietà inimmaginabili  e solletica più di un appetito. II belga Derycke e il francese Gau­thier partono dal gruppo prima dei Capi, liberandosi degli avversari sulle salite;  proseguono nella fuga e solo a un chilometro da Sanremo sono raggiunti da Jean Bobet e da Gianneschi. Si dimostra troppo tardiva la reazione del gruppone  e lo scatto vittorioso del beige Derycke, che precede ii francese Gauthier sul traguardo di Sanremo è decisivo mettendo una giusta fine ed una logica conclusione alla valorosa galoppata che ha visto protagonista il piccolo fiammingo

MILANO SANREMO del 1956 

De Bruyne Fred, nato a Berlaere les Termond, in Belgio, il 21 ottobre 1930. Velo­cista e passista di tutto rispetto, campione ricco d’intelligenza e di combattività, pur non essendo particolarmente tagliato per le grandi gare a tappe, s’e aggiudi­cato due volte il Trofeo Desgrange-Colombo a quei tempi in palio per il corridore che nel corso della stagione s’era meglio classificato nelle dieci corse (a tappe e in linea) più blasonate. Gli albi d’oro di quasi tutte le principali prove del mondo, ripetono il suo nome. Oltre ad avere vinto questa Milano-Sanremo, il belga s’e infatti aggiudicato il Giro delle Fiandre 1957, la Liegi-Bastogne-Liegi del 1956, 1958 e 1959, la Parigi-Roubaix 1957, la Parigi-Tours 1957 e la Parigi-Nizza, a tappe, nel 1956 (prima di mettersi al via nella vittoriosa Milano-Sanremo) e nel 1958. AI Giro e al Tour, s’e aggiudicato moltissime tappe. Nelle ultime Sanremo, gli arrivi solitari sembravano essere passati di moda ed eravamo rimasti al 1949, artefice il campionissimo Fausto  Coppi. Poi le velocita sempre crescenti, il controllo reciproco e il sensibile equilibrio dei valori in campo, sembravano ren­dere impossibile la soluzione di forza. Ci penso De Bruyne (un belga, tanto per cambiare) in una giornata tormentata dal freddo, dal vento, dalla pioggia. Evaso dal gruppo con Boni nella zona dei Capi, lasciò il giovane compagno sul Berta e non fu più raggiunto, nonostante il brillantissimo inseguimento finale di Fioren­zo Magni, che corse la sua più bella “Sanremo. A farne le spese, e proprio per le forti avversità atmosferiche, fu la media-primato che arretro a ritmi di tempi ormai lontani.  Le immagini fissano la zona del traguardo sanremese sotto una pioggia battente. ed il vincitore bagnato e solitario; a 46 secondi Fiorenzo Magni, 4” dopo Planckaert, mentre  ii belga Vannitsen vince la volata del gruppo su Piazza, Baroni e Derycke, quest’ultimo, vincitore dell’anno prima..

MILANO SANREMO del 1957 e del 1959

1957  Poblet Miguel, nato a Moncada (Barcellona) il 18 marzo 1928. Professionista nel 1948 ha messo subito in luce le sue doti di sprinters! che nel 1952 si aggiudi­cava tre tappe del Giro di Catalogna e il campionato nazionale spagnolo di veloci­tà. Nel 1955, dopo essersi imposto nel Midi Libre vince la prima e I’ ultima tappa del Tour ed e terzo nella speciale classifica a punti. Nel 1956 alla Vuelta, vince tre tappe ma all’ottava si ritira. Nel 1957 si aggiudica la Milano-Torino prima di battere tutti allo sprint sul traguardo sanremese. AI Giro d’Italia dello stesso an­no, vinto da Gastone Nencini, si aggiudica quattro tappe e finisce al sesto posto.  POBLET PIO DI MASPES… La ~Sanremo,• si ripete: sempre più veloce (la media viene di nuovo migliorata) e sempre più dominata dagli stranieri. Tra i sei componenti del gruppetto di testa all’arrivo non c’è traccia di italiani. Anche la bella impresa, quella che piace alle folle, vede protagonista uno straniero (che ha nelle vene però sangue italiano): il fattorino parigino Barone che fugge con un gruppetto prima di Binasco e, lascia­ti i compagni di avventura a Ceriale, prosegue tutto solo. II bel sogno ha termine poco dopo il Berta, quando un gruppetto di cinque uomini piomba su di lui: Poblet a Sanremo, montando un rapporto 52 per 14 (quasi sessanta centimetri più lungo di quello usato da Maspes per vincere il campionato mondiale di velocita) liquida tutti in volata, bruciando due belgi De Bruyne, e Schepens e I’ inglese Robinson. 

MILANO SANREMO del 1958      

Van Looy Rik, nato a Grobbendonck, Belgio, il 20 dicembre 1932. Campione capace di battersi con uguale efficacia su qualsiasi terreno, trovava difficile sol­tanto arrampicarsi in alta quota. Passista veloce di notevole rango capace di tra­sformarsi in velocista imbattibile a conclusione di gare molto tirate, per I’ intera carriera ha dimostrato di possedere nell’ardore combattivo la sua arma migliore. Sul traguardo di Sanremo, questo “grande” ha soltanto aggiunto una perla pre­ziosa alla collana di successi ricchissima di vittorie importanti. Nella sua formida­bile carriera ha ottenuto 113 vittorie da dilettante e 379 da professionista. Fra I’ altro: campionato mondiale 1960 e 1961, campionato belga 1958 e 1963, Parigi-Bruxelles 1956 e 1958, Giro delle Fiandre 1959 e 1962, Parigi-Tours 1959 e 1967, Giro di Lombardia 1959, Parigi-Roubaix 1961, 1962 e 1965, Liegi-Bastogne-Liegi 1961, Freccia Vallone 1966. Nei Girl d’Italia, di Francia e di Spagna ha complessiva­mente accumulato 98 vittorie di tappa.   Nella Sanremo del 1958 venne stabilita una nuova media-record di  42,178. Una distanza di 282 km. é  stata percorsa in 6 ore e 41 minu­ti, cioè in un tempo superiore solo di poche decine di minuti a quello impiegato dai treni direttissimi sullo stesso percorso; 6 ore e 41 minuti, cioè quattro ore e mezza meno di Petit Breton nel 1907, sei ore meno di Belloni nel 1917. Tutto ciò nonostante il tempo non fosse dei più favorevoli e la strada, viscida per la pioggia avesse provocato numerose cadute. Dopo una sommaria controllata alla bicicletta. e via di nuovo. Nella zona rivierasca dei Capi con salita si sviluppa una fuga di Plankaert e Gauthier, ma quest’ ultimo sul Berta viene staccato. Gauthier,  solo a Capo Verde, a tre chilometri e mezzo dall’arrivo viene raggiunto dal gruppo e si formano le premesse per un frenetico volatone di 69 corridori. La vittoria viene colta dal „drago Van Looy che sfreccia sul traguardo di Sanremo precedendo to spagnolo Poblet e il francese Darrigade. Per gli italiani fu una una nuova cocente delusione.

MILANO SANREMO del 1959 :  vittoria n.2 per Poblet 1959  Dopo aver tentato il bis nel 1958,  battuto da Van Looy, per Miguel Poblet arriva la sta­gione dei secondi posti: nella Parigi-Roubaix é preceduto da Van Daele e nella Milano-Torino trova in Agostino Colette I’ avversario di turno che to precede al tra­guardo. Si rifà, nella stessa stagione, vincendo cinque tappe della Roma Napoli­ Roma e tre dal Giro d’Italia. Non mancherà il bersaglio nel 1959 e quella Sanremo resta la sua ultima grandissima affermazione: una vittoria che vale il doppio, se si cita lo slogan della vigilia. Era I ‘edizione del Cinquantenario e “Vinse ancora una volta il gatto magico,‘ del ciclismo spagnolo. Il grande sconfitto allo sprint, nell’occasione, fu Van Steen­bergen.  Nessun italiano fra i piazzati ai primi posti. S’incomincio a parlare di cor­sa stregata.  La gara fu contraddistinta da una serie ininterrotta di attacchi, ma nessuno si rivelò decisivo per la ferrea “marcatura” del velocisti.  

MILANO SANREMO del 1960

René Privat, nato a Coux (in Francia) il 4 dicembre 1930, coglie la sua prima vittoria per distacco alla Genova-Nizza net 1955, non avendo assolutamente alcuna dimestichezza con gli sprint; nello stesso anno s’impone net Criterium National.  La stagione successiva gli porta due successi in corse minori e molti piazzamenti (secondo nel campionato fran­cese dietro Bernard Gauthier).  Nel 1957, dopo aver vinto la Parigi-Limoges, cono­sce la vera notorietà vestendo la maglia gialla nella seconda tappa del Tour e portandola fino alla quinta. La classifica finale to vede 31°, ma al suo attivo ha tre vittorie di tappa. II tour del Sud Est e it Premio Stan Ockers sono i successi che registra net 1959 prima delta inaspettata vittoria alla Sanremo del 1960.  Il titolo di molti giornali fu “LA SORPRESA DI PRIVAT SUL POGGIO.” La corsa era stata caratterizzata dalla solita fuga d’una ventina di intraprendenti pedalatori. In cima al Turchino.  Simpson tentò più volte di aumentare l’ andatura. Pambianco fu particolarmente attivo in questa fase, anche quando I’ avanguardia venne ingrossata da Nencini e Carlesi.  Il vittorioso Van Looy della Sanremo del 1958, il grande favorito della vigilia, orche­strò la rincorsa che porto il grosso del gruppone a 1minuto dai fuggitivi.  Sul Berta si verificò una prima  selezione: Nencini, Pambianco, Privat, Otano e Cazala transitarono nell’ordine. Ma la sorpresa avvenne nei pressi di Sanremo, quando Privat sorprese gli avversari con una condotta autoritaria.  Il francese, scattato con prepotenza sull’ultima salita del Poggio, asperità inserita per la prima volta per evitare gli arrivi in volata, giunse a Sanremo con un  lieve vantaggio di 11 secondi sul connazionale Graczyck.

MILANO SANREMO del 1961

1961  Poulidor Raymond e nato a Masbaraut-Merignat il 15 aprile 1936. Professionista dal 1960 passera alla storia per un singolare record: ha partecipa­to a 14 Tour, concludendone 12, arrivando due volte secondo e quattro volte ter­zo, senza aver mai indossato la maglia gialla. Nel 1961, dopo la vittoria nella Milano-Sanremo, si e laureato Campione di Francia. Tra le sue vittorie spiccano: Freccia Vallone (1963); Gran Premio delle Nazioni e Gran Premio di Lugano a cronometro (1963); Giro di Spagna (1964); Criterium National (1964, 1966, 1968, 1971, 1972); Dauphine Libere (1966); Midi Libre (1973); Parigi-Nizza (1972, 1973). A 41 anni si  ritirò dall’ attività  agonistica. Nella Milano Sanremo del 1961, la Corsa fu tenuta tatticamente sotto controllo dai campioni nei primi 100 km. La solita fuga di un sestetto di “audaci” (comprendente Bariviera e Balmamion) si esaurì in vista del mare  a Spotorno. Appena dopo Im­peria, Poulidor e Geldermans iniziano la caccia al temerario ed intraprendente Annaert (in testa con 40″). Alla metà esatta della  salita del Poggio, Poulidor, coraggioso come pochissime altre volte lo si é visto, produsse uno scatto irresistibile che gli permise di staccare di soli tre secondi il sopraggiunto gruppetto dominato da Van Looy. Lo stesso Poulidor, si dichiarò talmente emozionato, dalla vista del telone d’ar­rivo, che non seppe se alzare una o entrambe le mani in segno di giubilo. La gran mischia alle sue spalle per il secondo posto conclusasi a vantaggio di Van Looy,  campione del mondo in quell’annata, che domina nettamente  Benedetti, De Cabooter (poi squalificato dalla giuria), Bruni, e Van Aerde.

MILANO SANREMO del 1962

Daems Emile, nato a Genval, in Belgio, il 4 marzo del 1938. Piccolo di statura, ma dotato di uno spunto velocissimo é riuscito ad essere un “grande” in un’epoca in cui, vincere una volata, era veramente un’impresa, data la temibile concorrenza,. Dopo una serie di successi come dilettante,  Daems divenne professionista nel 1959 come “indipendente”. Nel 1960 dopo aver vinto una tappa al Giro d’Italia,  si impose al Giro dell’Appennino e al Giro di Lombardia, piegando allo sprint Diego Ronchini e Marino Fontana. Nel 1961 vittoria al Giro di Sardegna, ad una tappa del Tour.  Nel 1962 la grande affermazione alla Milano-Sanremo e tre tappe al Giro di Francia. Nel 1963 é riuscito ad aggiudicarsi la Parigi-Roubaix da­vanti a Rik Van Looy e Jan Janssen, alla sbalorditiva media di  45,129km.  “IL RECORD DI “PALETTA” titolò un giornale a proposito dell’impresa di Emile Daems, chiamandolo “paletta” (definizione romanesca di un soggetto basso e tondo). Già in testa sin dall’ inizio di una fuga promossa da una trentina di scapicollati appena dopo il via da Milano, il belga non si fece sorprendere dal com­movente attacco di Bailetti sulla Riviera di Ponente. Sul Berta, si capì molto chiaramente che Daems non avrebbe avuto avversari in questo 19 marzo. Prima del Poggio, infatti, Bailetti venne liquidato ed a quattro belgi si presentarono per i primi posti dell’ordine d’arrivo. Ad Arma di Taggia lo scatto di  Daems  gli permette di scrollandosi di dosso ii gruppo e di tagliare in solitaria il traguardo: ii suo attacco sul Poggio si e concluso felicemente. Guido Carlesi, uno dei gregari du Daems, vince la volata del gruppo che accusa un ritardo di 1’40”. Nell’occasione,  Daems ed i suoi compagni di squadra, ebbero un premio straordinario di un milione e mezzo 

MILANO SANREMO del 1963

Joseph Groussard, nato a Fougeres (Francia) il 2 marzo 1934. Velocista di un discreto talento ha costruito la sua fama sulla inaspettata vittoria ottenuta alla Milano Sanremo del 1963 quando, dopo aver combattuto un incredibile testa a testa con il tedesco Wolf­shol, tre volte campione del mondo di ciclocross, s’impose allo sprint per una que­stione di millimetri. Professionista dal 1956 il suo carnet di vittorie non era particolarmente ricco: fanno spicco solo i successi nella Parigi-Vimoutiers  (1957 e 1960) nella Boucles de la Seine (1958), nel Circuito dell’ Indre (1960), nella Genova-Nizza (1960).  Nel Tour del 1960 per un solo giorno é stato maglia gialla. Nella Classicissima del 1963,  Balmanion, Denson, Simpson e Schroeders avevano scatenato la “bagarre” sul Turchino, ma il quartetto era stato raggiunto da Adorni, Wolfshohl, De Filippis, Joseph Groussard, Nencini, Desmet, Graczyk. II gruppone era a 7 minuti.  Assalti di Adorni sul Mele e sul Ber­ta avevano ridotto  i fuggitivi a sei, capeggiati da Adorni, Bocklandt, Balmaion, Wolfshohl, Schroeders, J. Grous­sard. Complice uno scatto in contropiede del crossista tedesco permise l’ulteriore riduzione ai soli  Groussard e Schroeders con una conclusione a due, assai incerta,  sul traguardo di via Roma. Mistero sciolto solo dal fotofinish che sancì il suo millimetrico successo. Per molti minuti, neppure Daems credette di essere arrivato primo sul traguardo di Sanremo.

MILANO SANREMO del 1964

Tom Simpson nacque a Doncaster., località inglese della regione di York, il 30 novembre 1937. Ha perso la vita nella scalata al Mont Ventoux durante to svolgimento delta tredicesima tappa del Tour de France 1967 (era il tredici luglio). Si era rivelato come inseguitore fra i di­lettanti ma la sua prima grande vittoria da professionista I’ ottenne net 1961, al Giro delle Fiandre. Aveva imparato a correre come i fiamminghi, dopo essersi stabilito con la famiglia nella regione di Gand. Due anni più tardi vinse la Bordeux- Parigi. Si aggiudicò la Milano- Sanremo nel 1964 e venne nominato baronetto dalla re­gina Elisabetta. Alla fine delta stagione successiva, ottenne in Italia un’altra affer­mazione di risonanza mondiale: il Giro di Lombardia. Il titolo mondiale to conqui­sto nel 1965, in Spagna, sul circuito di Lasarte, battendo in volata Rudy Altig.  “PER LA PRIMA VOLTA IN INGLESE” fu il titolo più originale quando tagliò per primo il traguardo di via Roma  a Sanremo davanti a Poulidor. Dopo Savona, il gruppone aveva raggiunto   Bailetti, Fezzardi, Trape e Foucher fuggiti nelle prime fasi della corsa ed all’ inizio del Berta, avviene l’,azione decisiva nella quale  I’ inglese Tom Simpson, I’italiano Vincenzo Meco, il belga Willy Bocklandt e it francese Raymond Poulidor prendono il largo. Ai piedi del Poggio il quartetto vanta un anticipo di 1’15” sugli inseguitori. Tre as­salti di Poulidor sul Poggio provocarono il cedimento di Trape e Bocklandt. Nello sprint a due, nessun problema per Simpson ad imporsi in volata su Poulidor che velocista non e mai stato.  Per la prima volta un suddito di Sue Maestà Britannica vinceva la Sanremo e l’ imperturbabile  Simpson sembrava quasi commosso.

MILANO SANREMO del 1965

 Den Hartog Arie, nato a Zuidland (Olanda) il 23 aprile del 1941. Passista di buona qualità ha colto nel 1964 significative vittorie nel G.P. del Belgio a cronometro, :Ala Parigi Camembert, nel Giro dell’Herault e nel Giro del Lussemburgo. Tuttavia la “gemma” più preziosa resta la Milano-Sanremo del 1965. L’anno suc­cessivo eccolo imporsi in una breve corsa a tappe, it Giro di Catalogna e, nel 1967, quando ormai aveva rinunciato a battersi per le vittorie trasformandosi in prezio­so gregario, imporsi nella corsa di casa, I’Amstel Gold Race, “classica” olandese valida per la Coppa del mondo a squadre. ANCHE UN OLANDESE… notarono i titoli dell’edizione vinta da Den Hartog. Infatti, mancava un nome olandese sul libro d’oro della Sanremo, come non va dimenticata la valenza turistica della città e della Riviera ligure dove di svolge, e l’alta attenzione ai riflessi pubblicitari che la Classicissima infonde.  Que­sto Tulipano, ha nome Arie Den Hartog. Nel transito ad  Imperia, due italiani se la diedero a gambe, ma non seppero abbandonare il sorprendente Den Hartog. Nella volata, fu pro­prio Den Hartog a dimostrare di essere il meno provato. A noi connazionali non rimase che la consolazione di aver… sfiorato una vittoria italiana possibile e clamorosa.  Infatti, sono ormai dodici anni che un italiano non vince la Sanremo: la folla che era accorsa alla punzonatura, si aspettava che, finalmente, I’ incantesimo venisse rotto. Tutto tranquillo per metà gara e dopo una serie di scatti sul Capo Cervo, sul Berta cominciano ad  entrare in azione i “grandi”  Adorni, Poulidor, Den Hartog, Zilioli e Balmamion. che sono protagonisti degli ultimi chilometri di questa cinquantaseiesima Milano ­Sanremo. Ma é Arie Den Hartog a precedere in volata Adorni e Balmanion. Il gruppo, giunge con un ritardo di cinquantacinque secondi.

MILANO SANREMO del 1966, 1967, 1969 .. ritorna il cannibale

1966 Merckx Eddy, nato il 17 giugno 1945 a Meensel-Klezegem, località nei pressi di Bruxelles. Esordiente nel 1961 coglie la sua prima vittoria il I° ottobre a Petit Enchiem e I’ anno successivo, a Libramont, si laurea campione nazionale della categoria. Diventato dilettante nel 1963 colleziona una serie di successi che cul­minano nel 1964 con titolo mondiale a Sallanches, quando taglia il traguardo da solo con 27″ di vantaggio. Comincia il 1965 come dilettante ma a fine aprile pas­sa professionista nelle file della squadra di Rik Van Looy. Nel 1966 disputa la pri­ma classica in Italia, la Milano Sanremo e se I’ aggiudica battendo Durante e Van Springel.  Nello stesso anno,-finisce secondo nel giro di Lombardia e si aggiudica insieme con Ferdy Bracke il Trofeo Baracchi. Il titolo su una gazzetta sportiva  “LO SCOPPIO DEL,,MERCKXISMO”­  annuncia la comparsa di una nuova stella   Nell’ edizione 1966 della Sanremo, alla partenza,  parola d’ordine e: ,”Anticipare gli sprinters se non si vuole uscire sconfitti.”   Carlesi e De Pre tentano di evadere nei pressi di Ovada ed I primi inseguitori, pilotati da Aimar e Fornoni, viaggiano a 4′.  Carlesi, rimasto solo viene raggiunto a Savona da un gruppo composto da Dancelli, De Rosso, Poggiali, Bailetti, Janssen, Letort e Mass dando I’ impressione che la corsa sia già decisa. I capi Cervo, Mole e Berta propongono una nuova situazione con l’arrivo di Van Looy, Merckx, Poulidor, Van Springel, Taccone e Bal­manion.  Il  Poggio seleziona duramente gli uomini adatti per to sprint e Merckx che tiene d’occhio  Durante, un pericoloso velocista, non gli perdona lo sbaglio di rapporto.  Il giovane belga, praticamente al debutto fra i professionisti, dopo essere stato mondiale fra i dilettanti, si impone sugli undici corridori che  si presentano sul rettilineo d’arrivo per la volata:  Van Springel, Dancelli, Passuello, Maurer, Poulidor, ecc. Gli italiani subiscono l’ennesima sconfitta.   

1967 Eddy, Merckx  si pre­senta al via per la seconda volta nella Milano-Sanremo con altre auguste credenziali. Infatti, nel frattempo aveva conquistato vittorie di tappa al Giro di Sardegna, alla Parigi-Nizza, vinto la Freccia Vallone, partecipato anche al Giro d’Italia vincendo in volata due tappe, era diventato ad  Heerlen Campione del Mondo (in totale lo sarà tre volte). Nella Sanremo del 1967 Eddy dichiara di voler mantenere la promessa fatta alla vigilia a quel “matto di Simpson: Scapperò subi­to e chi vorrà vincere dovrà venire con me“. Infatti, per ben 224 km. Simpson, Da Rugna, Preziosi, Denson, Lelangue viaggiano come disperati (col gruppo a 3-4 minuti di ritardo). La loro fuga si esaurisce, però, a Loano. Dopo Albenga, si nota un tentativo di Dancelli ed all’ uscita da Imperia, gruppo di ventisei sfreccia in testa alla corsa. Merckx cerca con evidenza la soluzione di forza. Gli risponde con successo Motta. Quando sembra scon­tata la conclusione a due, ecco tornare in testa Bitossi e Gimondi. Nella volata, c’ é incertezza da parte di Motta che prima cerca la ruota di Gimondi, poi quella di Merckx che si trova ad essere il meglio disposto fra tutti per assicurarsi il bis.  Bitossi e Motta finiscono per ostacolarsi,  nessuno riesce a sopravanzare il belga, neppure Motta che, in rimonta, viene battuto per pochi centimetri. 

MILANO SANREMO del 1968

Rudy Altig, nato a Mannheim (Germania) il 18 marzo 1937. Venne definito una forza della natura. Atleta formatosi in palestra. Si affermo come pistard in campo dilettanti­stico battendo i record del mondo del chilometro (1’09″6) e del cinque chilometri (6’10″2). Nel ’59, ad Amsterdam, si laureò campione del mondo dell’inseguimen­to dilettanti. II titolo di campione del mondo dei professionisti dell’inseguimento to vinse net ’60 a Lipsia e nel ’61 a Zurigo. L’altra maglia iridata la conquisto nel mondiale su strada professionisti che si svolse nel 1966 ad Adenau (Nùrrburring).   Altig sembrava negato per Is corse a tappe, perché alternava giornate stupen­de ad altre grigie: invece vinse la Vuelta del ’62. Nel ’64 si aggiudico tl Giro delle Fiandre e quattro anni più tardi sbalordì tutti vincendo la Milano-Sanremo con meno di tremila chilometri di allenamento. Fu primo in otto tappe del Tour (nel ’62 fu lui a trascinare letteralmente I asso normanno al traguardo), la Milano-Vignola nel ’67, la Sassari-Cagliari nel ’70 e il Giro di Toscana nel ’66. COME SI PUb VINCERE CON 3.000 KM DI ALLENAMENTO Ormai e Merckx I’ “Uomo da battere” in tutte le classifiche. Bisogna dunque an­ticiparlo! De Pra; Gualazzini, Benedetti, Scandelli, si avvantaggiano di sei minuti. Ad Alassio si portano all’avanguardia Pingeon, Vittiglio, Meath e Campagnari; po­co piu in IA, si fa sotto anche Michelotto (primo poi sul Berta). A Imperia, la corsa e al punto di partenza. Contropiede di Maurer e replica di Altig, Ballini, Poulidor, Grosskost, Durante e Sets. Incertezza net grosso. II colpo riesce e Altig (che he totalizzato appena tremila chilometri di allenamento) wince allo sprint la sua prima grande classica in linea. (19 Marzo – 598 edizione)  Foto 1 Alla punzonatura un terzetto di campioni: Rudy Altig, tedesco, Eddy Merckx, belga e Felice Gimondi. Altig, compagno di squadra di Gimondi sta indicando a Merckx dove scatter& per vincere la “Sanremo”. Foto 2 Plotone compatto suite strade pianeggianti che conducono a Pavia. L’andatura e sostenuta ad i campioni preieriscono stare nelle posizioni di testa. In mezzo al gruppo la maglia iridata di Merckx. La prima fase de/la “Sanremo” e contraddistinta dalla fuga di un quartetto. Qui Tom De Pra, gregario di Gimondi e Altig, guida davanti a Scandelli e Gualazzini (seminascosto). He ceduto Benedetti. Foto 4  Con uno sprint regale Rudy Altig batte it francese Grosskost, to sfortunato Durante, ii beige Sels, il francese Poulidor, to svizzero Maurer e Ballini. A II” Schutz anticipa il grosso del plotone. Foto 5 Sul podio Altig mostra con orgoglio if mazzo di lion e la coppa destinata al vincitore. Grazie alla collaborazione di Gimondi e alla tattica studiata da Pezzi, e riuscito a vincere la “classicissima”.

 MILANO SANREMO del 1969 

Merckx Eddy, Mancato il clamoroso “tris” sanremese nel 1968 proprio in quell’an­no il belga si dimostra il campione più completo del ciclismo moderno. Dopo aver vinto la Parigi-Roubaix si aggiudica il Giro di Romandia e domina il Giro d’Italia, arrivando solo alle Tre Cime di Lavaredo dopo aver sbaragliato tutti gli avversari a cominciare da Gimondi. Nel 1969, Merckx anticipa tutti nella discesa del Poggio e vince la sua terza “Sanremo” (per ora) quindi il Giro delle Fiandre e la Liegi Bastogne­Liegi.  Protagonista di un “giallo” al Giro, quando viene espulso calla corsa perché positivo al controllo antidoping, si vendica al Tour che vince alla grande ag­giudicandosi anche cinque tappe. In occasione del riapparire di Merckx, con una stupenda ostinazione, Michele Dancelli, progetta  una fuga a Voghera e con lui restano solo all’ arembaggio Van Looy e Leman.  Sul Turchino sono quasi raggiunti da Bitos­si e Gimondi in momenti  distinti. I due gruppetti viaggiano ad un paio di minuti circa d’intervallo. II gruppo segue a 4’4’30” dai battistrada. La mancata fusione dei due plotoncini prima dal Mele non può che favorire chi e rimasto nel grosso del plotone, Merckx più degli altri, anche perché il tentativo del quartetto di  fuggitivi si esaurirà ad Imperia. Eddy Merckx con uno scatto bruciante coglie di sorpresa tutti sul falsopiano del Poggio e si concede il lusso di andarsene prima della discesa dal Poggio. Una sbandata di Poulidor e di Verbeeck fa perdere ad Adorni l’ attimo propizio per seguire il belga. Si assiste così ad un trionfale arrivo di Merckx solitario in via Roma.  Per la terza volta (in quattro anni) risulta vincitore della “classicissima” e commenta sarcasticamente: “E’ la corsa più facile della mia carriera“. Eddy si concesse il lusso di andarsene sul breve falsopiano, di poche decine di metri, che precede  Poggio e la discesa al traguardo.

MILANO SANREMO del 1970

Michele Dancelli  é nato a Castenedolo (BS) I’8 maggio 1942. Divenuto professionista nel 1963, é stato un Corridore di grande temperamento, protagonista di importanti vittorie caratterizzate da lunghe fughe, spesso solitarie. Fra i suoi princi­pali successi si impone il Campionato Italiano (1965, 1966); la Freccia Vallo­ne (1966); lail  Parigi-Lussemburgo (1968); Giro di Campania (1964), dell’Emilia (1965, 1967),  del Lazio (1966,1970); della Calabria (1966, 1967, 1968)e quello dell’ Appennino (1965, 1966, 1967). Ha vestito molte volte la maglia rosa al Giro d’Italia, aggiudicandosi molte tappe, Questa sua vittoria nella Sanremo del 1970, lo elegge come l’ italiano che dopo 17 anni di predominio straniero, finalmente “ROMPE L’INCANTESIMO”, secondo gran parte dei titoli di giornale del 20 marzo del 1970. La corsa era cominciata, poco prima di Novi Ligure, con un tentativo di fuga da parte di Aldo Moser, ma non gli venne concesso spa­zio,  mentre Adorni fora, ma rientra immediatamente. Secondo le cronache, appena raggiunto Moser, partirono Chiappano e Van Looy, ai quali si aggiunsero Dancelli, ancora Moser, Van Looy, Bitossi, Zilioli, il cam­pione del mondo Ottenbros e altri corridori. A Rossiglione (km. 129) il vantaggio dei fuggitivi era di 3’50”. Sul Turchino i di­ciotto guadagnano ancora terreno. In vetta transita primo Bitossi davanti a Dancelli e Mo­ser. Il gruppo resta a 4’50”. Sembra una cosa da nulla, la  volata per un traguardo a premio posto davanti a un alber­go, ma Dancelli non scherza.  e continua accumulando un vantaggio che ad Albenga è poco più di un minuto sui diciassette ex-compagni di avventura. Roger De Vlaeminck si lancia all’inseguimento di Dancelli, ma invece di guadagnar terreno ne perde.  A Laigueglia (Km. 239) Dancelli transita accompagnato dalle speranze e le benedizioni dei rivieraschi, chiudendo da trionfatore in via Roma con 1’39” su Karstens che precede Leman, Zilio­li, Godefroot e Wolfshohl. La media di Dancelli (43,976) é stata ottima. Ha rotto I’ incantesimo, come nelle favole,  proprio colui che più Io meritava.  A 1’56” Merckx, ottavo, vince la volata del gruppo.

Vieni a trovarci

a Sanremo in via Matteotti 194 lo Studio è chiuso ma l’attività fotografica continua su appuntamento ai numeri:
346 9436915 – 349 7396715
o tramite Email info@moreschiphoto.it

0 Commenti

0 commenti