MILANO SANREMO dal 1946 al 1950

MILANO SANREMO del 1946 

Coppi Fausto Angelo, corse la sua prima gara nel 1938 e, appena passato professionista si aggiudicò il Giro d’Italia del 1940. Pochi giorni dopo Mussolini pensò male di entrare in guerra, e Coppi riuscì co­munque in quegli anni terribili, a vincere il Giro del Veneto, di Toscana, dell’Emilia, la Tre Valli Varesina e un Campionato Italiano. Si distinse anche nell’attività su pista vince­ndo il Campionato Italiano di inseguimento, e  battendo il record dell’ora il 7 novembre  del 1942.  percorrendo 45 chilometri e 848 metri. Poi la partenza per la guerra. Nel 1946, con la pace,  ritorna la “Sanremo” e con essa il grande ciclismo su strada. Coppi fa subito intendere i suoi propositi: scattando con un gruppetto di concorrenti, già a Binasco. Il titolo della Gazzetta fu: QUANDO COPPI SCAPPA….. La più bella corsa del mondo rinasceva all’insegna di cento interrogativi che la rendevano ancor più misterio­sa e affascinante di sempre. Bartali, da questo momento diventa “il vecchio” per defini­zione popolare, ma era ancora lui?  Sino al 1950 i due campioni che si spartivano il favore dei tifosi, si spartirono anche le vittorie nella città dei fiori. Le prove sostenute da Gino nel 1945 promettevano bene. Quel Coppi che a vent’anni aveva vinto il Giro d’Italia, aveva  mantenu­to le promesse, nonostante la prigionia patita durante la guerra, il suo fisico aveva resistito.  La risposta di Fausto Coppi non si fece attendere e fu una sortita cla­morosa: si uni al drappello di audaci appena fuori Milano, fuggì con loro, rimanendo solo con Tesseire. Lasciò anche questi sul Turchino iniziando una cavalcata trion­fale che doveva concludersi solo a Sanremo. Trascorsero ben 14′ prima che giungesse il bravissimo francese, che non aveva mai desistito dall’inseguire. II gruppo giunse dopo oltre18  minuti. 

MILANO SANREMO del 1947

Bartali Gino, dopo i cinque anni di guerra, in cui I ‘attività ciclistica nel nostro Paese fu fortemente ridotta, si pre­sentò il grande duello fra Bartali e Coppi. Quest’ultimo si era già aggiudicato il Giro d’Italia dal 1940 mentre tutti e due militavano nella Legnano, agli ordini di Eberardo Pavesi.  Nel ’46 Bartali si prese la rivincita vincendo il Giro d’Italia e il Giro della Svizzera.  Nella Milano-Sanremo dal 1947 la vittoria di Bartali fu ottenu­ta in maniera esaltante: staccato di oltre otto minuti a Savona, cominciò un inseguimento fantastico cogliendo una delle più prestigiose vittorie del campione toscano. Il 19 Marzo del 1947, fu una giornata fredda e piovosa, e la corsa ” tra la furia degli uomini e degli elementi” Elio Cecchi con un gruppo di sedici uomini, animò una fuga poco prima di Pavia ed a Voltri transitò da solo, verso il traguardo di Sanremo. Gino Bartali era sembrato tardo a mettersi in azione, ed a Savona era staccato di 8’30” con i cronisti, convinti che presto avrebbe seguito I’ esempio del rivale Coppi ritira­tosi a Voltri. Invece proprio da Savona Gino cominciò un inseguimento fantastico, che lo portò a superare gradualmente, inesorabilmente tutti coloro che to precedeva­no. A San Lorenzo, a 18 chilometri della meta, il campione superava Cecchi e andava a cogliere la sue seconda vittoria. 

MILANO SANREMO del 1948 e del 1949

1948  Coppi Angelo Fausto, L’Italia e sempre più divisa in due. II ’47 e I’ anno che lo consacra definitivamente “campionissimo” (I’ appellativo era già stato usato per Costante Girardengo). Quell’ anno vinse il Giro, uno dei più belli mai disputati, staccando sulle rampe della Pieve di Cadore-Trento il suo grande rivale. Altre vittorie importanti furono il Giro della Romagna, il G.P. delle Nazioni di Parigi, il Giro dell’Emilia, il Giro di Lombardia e il Campionato Italiano. La “Sanremo” del 1948 e la prova inaugurale della  Challenge Desgrange-Colombo e raduna alla partenza ben cinquanta corridori stranieri. Coppi fugge dal gruppone durante la discesa del Turchino; capeggia un drappello di fuggitivi (prima 14, poi 4 uomini); nei tornanti di Capo Mele pianta la sparuta compagnia, e si presenta, solitario a Sanremo per cogliere la sua seconda vittoria.   Alle sue spalle, dopo oltre cinque minuti, giungerà Rossello.  Nell’anno seguente, il 1949, Fausto Coppi  si ritirò dal Giro del 1948 per protestare nei confronti di Magni e riprese  gareggiare solo a fine stagione quando vinse il Giro di Romagna, il Giro di Lombardia e la Tre Valli Varesine. A trent’anni, nel ’49, dopo la terza vilto­ria  nella Milano-Sanremo, sarà il primo corridore nella storia del ciclismo a vince­re Giro e Tour nella stessa stagione. Ogni anno la -Sanremo» si fa più bella e più ricca: nell’edizione del quaranten­nio i partenti superano duecento e ben 73 sono gli stranieri in gara. E’ uno stranie­ro ad iniziare l’episodio decisivo. II francese Fachleilner fugge a pieni pedali sul primo dei tre Capi, e si ha I’ impressione che I’ impresa riesca. Ma sul Berta Coppi su scatena: “come un aeroplano”  dirà, in seguito, Luison Bobet. Nulla da fare per gli av­versari: i 130 secondi di vantaggio che Coppi ha a Capo Berta all’arrivo sono di­ventati 4’17”.  Anche la media-primato di Olmo e ampiamente battuta.                                  

Tappa del Tour de France a Sanremo nel 1948: alla Partenza per le sue vittoriose cavalcate alpine, Gino Bartali si disseta. Alla sua sinistra il collega Giordano Cottur . A destra il giornalista Angelo Nizza della STAMPA lo intervista.

MILANO SANREMO del 1950     

 1950  Gino Bartali  Continua il suo lungo duello con Coppi che aveva ormai conquistato gli appassionati di tutt’Italia. Battuto an­cora dal “campionissimo” nei Giri d’Italia del ’47 e del ’49 e da Magni in quello del ’48, Bartali si scateno andando a vincere la “Grande Boucle” del ’48 (dieci anni dopo la sua prima affermazione in questa gara) e aggiudicandosi ben sette successi di tappa. Nella foto sopra siamo alla partenza del Tour da Sanremo dove fece tappa e Bartali soffre ancora del ciclopico ritardo da Robic e Bobet che annullerà nelle due epiche tappe alpine. Bartali vinse due Giri della Svizzera (’47 e’49), un Giro di Toscana (’48) e un Giro della Svizzera Romanda (’49). Pur non essendo un velocista, riuscì a vincere questa “Sanremo”, la quarta della sua carriera; In seguito vincerà altri due Giri di Toscana (’50 e’53), due Giri dell’Emilia (’52 e ’53) e un Campionato Italiano (’52).  Pur non essendo uno specialista dello sprint, Bartali in volata si faceva rispetta­re. Ma nessuno dei tifosi e dei tecnici che si pigiavano dietro le transenne del ret­tilineo d’arrivo il 18 marzo 1950, all’apparire del folto gruppone avrebbe potuto supporre che ruote-principesche come quelle di Van Steenbergen e Conte sareb­bero state precedute da quella del “vecchio Gino”. Fu un capolavoro di astuzia: dap­prima si tenne nella scia di Van Steenbergen, poi negli ultimi metri sbucò fuori impetuosamente sulla sinistra pe cogliere la sua vittoria numero 4. Bartali era noto per la sua accesa fede religiosa… il 1950 era l’Anno Santo…. e molti pensarono ad un intervento dall’Alto.              

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