MILANO SANREMO 1915 – 1920

MILANO SANREMO del 1915

Corlaita Ezio nato a Bologna it 25 ottobre 1889. Ha svolto la sue attività profes­sionistica a cavallo della prima guerra mondiale, per una decina d’anni. Nel 1909, fu al via del primo Giro d’Italia che lo vide terzo sul traguardo della Roma-Firenze (km. 346: 1. Ganna). Nel 1910, il Giro lo saluta quarto nella classifica finale (1° Galetti), piazzamento che non poté migliorare nella stagione successive quando terminò quinto. Nel 1914, riuscì a precedere Girardengo, Durando, Agostoni e Gre­mo nel vittorioso Giro dell’Emilia. II successo nella Milano-Sanremo del 1915, resta si­curamente il più prestigioso risultato della sua carriera. Ma la sua vittoria ha del romanzesco perché venne viziata  da una astuta scorrettezza di Girardengo che tagliò per primo il traguardo, sotto gli occhi di migliaia di tifosi.  Ma fu un successo immaginario e subito cassato dalla Giuria. Nel tratto di Porto Maurizio erano in fuga Ga­letti e Lucotti seguiti da Corlaita che aveva forato. Girardengo insegui­va a tutta forza con il compagno Gremo. Per l’ansia di raggiungere più in fretta i fuggitivi, Girardengo, invece di prendere la normale strada della circon­vallazione, infilò quella assai più breve chetaglia la citta. Raggiunti i fuggiti­vi, a Sanremo non ebbe difficolta a regolare in volata Corlaita. Ma, su reclamo di questi, Girardengo venne distanziato e la vittoria andò al bolognese. 

MILANO SANREMO nel 1917 ….e nel 1920                                 Belloni Gaetano, nacque a Pizzighettone (Milano) il 26 agosto 1892. Nel 1920, ol­tre alla Milano-Sanremo, vinse il Giro d’Italia dopo essere giunto secondo, alle spalle di Girardengo, I ‘anno precedente. Sara secondo al Giro anche net 1921. Fra le sue vittorie più importanti ricordiamo: due Giri di Lombardia (1918 e 1928), due Milano-Modena (1921 e 1925), una Milano ­Torino (1918) e un Giro del Piemonte (1925). Partecipo alla prima edizione dei Campionati del Mondo che si svolsero ad  Ade­nau (Germania), terminando al quarto posto dietro Binda, Girardengo e Piemon­tesi. AI suo attivo anche due vittorie nella Sei Giorni di New York (1922 con Goullet, 1930 con Debaets). Cessata I ‘attività agonistica e stato per molti anni direttore del velodromo Vigo­relli di Milano e direttore sportivo di squadre professionistiche. Forse nel cuore del popolare Tano Belloni, un posto molto particolare è riserva­to alla splendida vittoria ottenuta nella “Sanremo” del 1917.  Egli, che nella storia del ciclismo passò come “I ‘eterno secondo”  per… colpa del campionissimo Girarden­go all’apice del suo splendore, il quale, molte volte, lo precedette al traguardo. Tano, nella decima edizione arrivò primo, e con un nettissimo distacco su Girarden­go. Infuriava la guerra 15-18, che aveva costretto gli organizzatori a sospendere la gara net 1916 e teneva lontano gli assi stranieri. L’edizione del 1915 era stata di­sputata esclusivamente da corridori italiani: quella  del ’17 vide alla partenza un solo straniero, ma di gran classe: il primatista mondiale dell’ora Oscar Egg.  Ma anch’egli nulla poté contro lo scatenato Belloni che lasciò tutti ad arrancare sulle salite dopo Ovada.  Nella discesa verso Voltri lo investi una violenta grandinata, che non riuscì a frenare lo spirito combattivo di Tano. Egg si ritiro; Girardengo lo insegui con tenacia  per tutta la Riviera, ma invano.  IL BIS DI BELLONI nel 1920  è dovuto, in parte, al tradizionale rivale Girardengo il quale stava vivendo  un’annata ecce­zionale e godeva di tutti i pronostici della vigilia. II caso volle che per il novese si ripetesse la situazione sfortunata dell’anno precedente: a Binasco una foratura lo mise a terra e gli avversari se la diedero a gambe levate. Tra gli attaccanti più generosi ci fu, naturalmente, anche Belloni che però, in Riviera pagò lo sforzo e si staccò dal drappello dei fuggitivi di cui facevano parte i fratelli Pelissier, Luguet e Brunero. Per fortuna di Tano, Girardengo rinveniva fortissimo e unendosi a lui riuscì a rientrare. Ma la malasorte era ancora in agguato: a Santo Stefano sia Girar­dengo sia Belloni erano nuovamente a terra per forature. Unendo le loro forze i due rivali riac­ciuffarono il gruppo di testa e Belloni con una stupenda volata fu primo a Sanremo.

MILANO SANREMO 1918 – 21- 23 – 25 – 26 – 28

Nella Milano Sanremo del 1919 Girardengo arrivò secondo ma fu il recordman della gara per aver subito tre forature. E’ stata la sua corsa più valida secondo la critica

Girardengo Costante, nato a Novi Ligure (Alessandria) il 18 marzo 1893. Fu so­prannominato per la sua bassa statura “I ‘omino di Novi”. Vinse nei ventitré anni di carriera oltre centoventi corse. Nel 1913 si aggiudicò la Bari-Campobasso, se­sta tappa del Giro d’Italia the fu vinto da Oriani e the to vide giungere sesto. Net­to stesso anno fu campione italiano e vinse la Coppa Borzino. L’anno successivo fu primo nella Milano-Torino, net Campionato Italiano e nella Lucca-Roma, terza tappa del Giro d’Italia vinto da Calzolari e the Girardengo non concluse. Nel 1916 I ‘unica vittoria di rilievo fu nella Milano-Torino (che si sarebbe poi aggiudicato al­tre quattro volte). Nel 1918 la prima vittoria giunse nella Milano-Sanremo sul suo rivale Gaetano Belloni, the tagliò il traguardo staccato di oltre undici minuti.  La risposta di ,Girardengo, arrivato secondo l’anno prima, non si fece attendere. E fu una risposta in tutto degna di lui. Le pessime condizioni delle strade e I ‘incerto grado di forma di molti parteci­panti (si era sempre in piena guerra) resero questa -Sanremo» particolarmente aspra. Ma (‘impresa di Girardengo la nobilitò.  Appena dopo Tortona “Gira” ab­bozzò uno scatto: nessuno al momento seppe rispondere ed egli sullo slancio pro­segui. Mancavano duecento chilometri all’arrivo: Girardengo Ii percorse in solitaria e la sua impresa rappresenta a tutt’oggi un primato della “Sanremo,,. Egli aumen­to progressivamente il vantaggio, mentre gli avversari si disgregavano. Solo nove dei trentaquattro partitigiunsero al controllo di Savona e di questi Santagostino e Sivocci non ripartirono. Unico a difendersi sino alla fine fu Belloni: la situazione e I ‘ordine d’arrivo dell’anno precedente si erano esattamente invertiti. L’ultimo arrivo alle dieci di sera, quattro ore dopo il vincitore. Girardengo Costante, nato a Novi Ligure (Alessandria) it 18 marzo 1893. Dopo la vittoria nella Milano-Sanremo del 1918, si aggiudicò nello stesso anno, il Giro dell’Emilia, la Serravalle-Arquata e la Torino-Arquata a squadre. II 1919 fu I ‘anno dei suoi magioni trionfi, il più importante dei quali, il Giro d’Italia, fu ottenuto in maniera veramente eccezionale. Si aggiudicò, infatti, ben sette tappe su dieci e con la sua impresa diede nuovo vigore a questa manifestazione che conquistò definitivamente le folle. 

MILANO SANREMO del 1919

Gremo Angelo, nato a Torino il 23 novembre 1887. Nel 1912, con la Peugeot che comprendeva anche Agostoni, Allasia e Durando, si piazzò secondo nella clas­sifica finale dal Giro d’Italia, quell’anno disputato secondo la formula delta classi­fica per squadre. Prima d’imporsi sul traguardo di  Sanremo, nel 1913 aveva vinto il Giro di Romagna (davanti ad Albini e a Corlaita) e, net 1917, il Giro dell’Emilia e la Milano ­La Spezia. Successivamente, fu primo nel Giro di Campania dal 1921 e net Giro di Piemonte dal 1922. Nel 1925, dodici anni dopo il primo successo, eccolo imporsi nuovamente nel Giro di Romagna. Anche il fratello di Angelo, Felice Gre­mo, é stato buon corridore: fra I ‘altro, net 1929, s’e aggiudicato la Milano-Modena. La vittoria in questa prima edizione post-bellica della “Corsa al sole”, che riacquistava, con la parte­cipazione di Egg, Godivier, i fratelli Buysse e via dicendo, il suo carattere interna­zionale, toccò ad Angelo Gremo: e fu un premio meritatissimo per il bravo corri­dore piemontese, artefice di una generosissima corsa d’attacco. Ma, nonostante I ‘ordine d’arrivo to veda solo secondo, questa fu una delta più brillanti “Sanremo” di Girardengo. II novese riprendeva a correre dopo una grave malattia che I ‘aveva colpito nell’autunno dell’anno precedente: c’era molta curiosità intorno a lui e anche qualche perplessità. Ma gli avversari lo temevano ancora: quando dopo Ovada fu costretto da una bucatura a mettere piede a terra, si scateno I ‘offensiva. Prima dal Turchino, Gira era però in vista dal gruppetto di testa: ma una nuova foratura lo arrestò. Gremo se I ‘era intanto svignata. Girardengo, senza perdersi d’animo, lo inseguì, prima con Olivieri, poi da solo.  A Diano la lepre era raggiunta e Girardengo poteva cullarsi in sogni beati di vittoria. II sibilo sinistro di una fora­tura lo riportò bruscamente alla realtà: si era ad Oneglia e nonostante il rabbioso inseguimento non gli fu possibile raggiungere Gremo.

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