MARIA JOSE’ di SAVOIA Regina d’Italia

Marìa José di Savoia la “Regina di Maggio”, figlia di Alberto I re del Belgio, nel 1930 sposò Umberto di Savoia, erede al trono d’Italia, e partecipò poi attivamente alla vita culturale e artistica del paese, specie nel settore musicale. Sino da bambina, riceve la consueta, regale,  istruzione ampia e ricca di stimoli: ampia conoscenza della letteratura, provetta pianista studia anche violino, senza tralasciare le passioni sportive del padre pratica come alpinismo e l’inevitabile equitazione. Predestinata, come una normale ragazzina indiana ad un matrimonio combinato, la sua educazione viene basata sulla cultura italiana in vista del suo destino a fianco dell’erede del re d’Italia. Apprende e perfeziona lingua e la storia alla Ss. Annunziata a Firenze,ma compie studi anche in Inghilterra e in Belgio. In Italia, dal 1922, in Italia è nato un governo fascista capeggiato da Benito Mussolini e l’opinione pubblica belga disapprova apertamente l’unione; ma poiché l’annuncio dell’ineluttabile  fidanzamento deve esser pronunciato nel paese di origine della sposa,  il 24 ottobre 1929 il principe Umberto si trova in visita ufficiale in Belgio. Un antifascista, Francesco De Rosa, durante una tappa del protocollo, gli spara mancandolo di poco. Da notare, al proposito, che il tribunale belga gli riconoscerà tutte le attenuanti e lo condannerà ad appena 5 anni di carcere. Il matrimonio Maria José sposa comunque il principe del Piemonte l’8 gennaio del 1930 nella Cappella Paolina al Quirinale di Roma; vengono ricevuti da papa Pio XI, dopo di che vivranno tra Torino e Napoli dove nascono 3 dei 4 loro figli.  La principessa belga si rivelò immediatamente un presenza aliena e troppo moderna per la corte italiana.  Il suo rapporto col resto della corte italiana diventò ben presto problematico e deludente: il suo comportamento sprizzava intelligenza, cultura  e disinvoltura, ma veniva giudicato snob ed eccessivo. La sua fierezza, la sua conoscenza del resto del mondo mal sopportavano  la stantia etichetta di corte: libava, fumava, amava il piacere di giocare a carte, ma soprattutto sceglieva autonomamente le proprie compagnie. Anche il rapporto con un marito, imbinariato nelle regole di corte nei bolsi cerimoniali, sottomesso all’autorità paterna rese presto critico il menage familiare. Abituata a un ambiente dinamico e moderno  lo costruì riunendo  circolo di intellettuali. Benché la principessa abbia mantenuto inizialmente rapporti cordiali con Mussolini, era preoccupata ed indispettita dalla sudditanza della politica italiana nei confronti della Germania. Scoppiata la guerra, il 10 giugno del 1940. Maria José diventata Presidente della Croce Rossa, ben conscia dei sentimenti reali del paese iniziò le sue visite agli ospedali di guerra. E’ l’occasione in cui nell’agosto del 1940 arrivò a Sanremo e trascorse un’intera mattinata all’ospedale di Sanremo, ancora pieno zeppo di feriti dei primi giorni di guerra al confine con la Francia.  Maria José ne approfitta anche per visitare il reparto di maternità del Borea, anch’esso zeppo di bimbi concepiti nel periodo in cui il “Magliaro di Roma” si dichiarava ancora “non belligerante”, prima di mutare colpevolmente parere e gettare la nazione nel caos. E’ il periodo in cui Maria José del Belgio inizia una serie di iniziative per riportare in qualche modo l’Italia alla pace, intrattiene  frequenti rapporti con esponenti del mondo prefascista, e decise di assumere un’iniziativa cercando una  mediazione di Salazar presso gli Inglesi, ma senza esito. Dopo l’armistizio (8 sett. 1943) si rifugiò in Svizzera, da dove tornò a Roma, dopo la liberazione della città dai nazifascisti, presso il marito divenuto luogotenente del regno. Tra l’11  maggio ed 13 giugno 1946 si conclude il brevissimo periodo di regno di Umberto Due.  La Regina di Maggio  precedette di qualche giorno nell’esilio, con i figli. Nel 1987 il Consiglio di stato le riconobbe il diritto di rientrare in Italia. Ha avuto 4 figli:  Maria Pia (1934), Vittorio Emanuele 1937), Maria Gabriella (1940), Maria Beatrice (1943). Nel 1987 il Consiglio di stato riconobbe a Maria José il diritto di rientrare in Italia dandole, così, anche la possibilità di ritornare ancora una volta a Sanremo, dove il Sindaco Francesco Fusaro e l’Avv. Nino Bobba le diedero il benvenuto della città. 

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