Il fatto che ogni tanto le cineprese professionali tornino a ronzare da queste parti e che il set di tanti film sia stato stabilito a Sanremo dipende dal clima, dagli scenari che offre, ma soprattutto dall’esistenza del Casino, il tempio del gioco d’azzardo. La passione per i tavoli verdi contamina persone in carne ed ossa, ma costituisce anche il vizietto di personaggi letterari dell’editoria di consumo, di quella alta e delle sceneggiature cinematografiche. In aggiunta si sussurra che la direzione artistica dei Casinò, nessuno escluso abbia sempre “preferito” scegliere compagnie teatrali e di varietà i cui esponenti mostrassero uno spiccato interesse per il tintinnio della pallina e del fruscio dei rastrelli che spostano
le fiches sui tavoli verdi. E’ questo è anche il caso di Lino, (Banfi nella vita reale) un emigrato pugliese che a Torino, vive di un misero lavoro ai mercati generali, ed è ospite di una sorella e di un cognato che non lo sopportano, perseguitato da un boss mafioso al quale deve dei soldi, innamorato della bella cassiera del ‘Bar Sport’ che frequenta assiduamente in compagnia di alcuni amici, disperati come lui. Finché un giorno, seguendo il suggerimento di Parola, sguattero muto del bar, non azzecca uno strepitoso “tredici” al totocalcio da un miliardo e trecento milioni. Tutti, sospettandolo come l’autore della vincita, diventano improvvisamente gentili con Lino, cercando in questo modo di assicurarsi i riflessi dell’improvviso benessere piovutogli addosso. Lino però, con l’aiuto di Parola, riesce ad eludere la caccia, e dopo aver inutilmente
sollecitato a scappare con lui la cassiera (che stufa d’aspettarlo aveva sposato il padrone del bar), fugge con Parola, con destinazione la Francia. Ma a Sanremo, dove i due soci s’erano fermati a passare la notte in dolce e mercenaria compagnia, Parola non resiste alla tentazione di fare una puntatina al casinò, dove perde tutti i soldi. Lino, disperato, accortosi del fatto, si precipita al casinò con il pentito Parola e con la sua nuova amica; e con gli ultimi spiccioli vinceranno tre miliardi, e saranno tutti felici e contenti.
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