Alberini Massimo giornalista e gastronomo: gli Umoristi battezzano la dieta Mediterranea

L’ing. Vincenzo Agnesi e Massimo Alberini nello storico stabilimento di Oneglia.

Massimo Alberini nacque il giorno di Pasqua del 1909 a Padova . Negli anni giovanili si appassiona al cinema,  comincia una ad occuparsi di critica cinematografica e, nel 1936, fonda il primo cineclub d’Italia.  Completati  gli studi tecnici, nel 1929 frequenta la Scuola allievi ufficiali di Castel San Pietro a Verona; l’anno seguente arriva in Liguria per svolgere il servizio militare come sottotenente del 41º Fanteria presso il battaglione distaccato a Porto Maurizio, cittadina della futura Imperia. Al termine della ferma, Alberini accetta la proposta di lavoro dell’ingegner Vincenzo Agnesi, titolare dell’importante azienda alimentare di Oneglia, e si trasferisce a Novara, dove l’azienda ha un deposito, cominciando a collaborare con diverse testate cinematografiche,  per la rivista di Leo Longanesi “Omnibus” , nel 1938 col “Corriere della Sera”, “Lettura”, e per la rivista romana di critica cinematografica “Cinema”. Il ritorno a Oneglia nel 1939 coincide con il consolidarsi dell’attività giornalistica e con l’inizio degli studi sulla cucina italiana, che costituiranno il suo principale interesse.   L’Ing. Agnesi gli affida il compito di curare il settore “ricerca, pubblicità e pubbliche relazioni” dell’azienda, ed é l’ambito in cui prende corpo l’idea di scrivere una storia della pasta. A ciò gli fu utile lo studio della corrispondenza dell’azienda, ordinata e catalogata dall’ingegner Vincenzo e risalente al ‘700, insieme con l’analisi degli antichi testi del Messisburgo e dello Scappi, e il successivo approfondimento del celebre La scienza in cucina e l’arte di Mangiar Bene, opera del 1891 di Pellegrino Artusi, uno dei ricettari storici più importanti al mondo. Diffondendosi la notizia di questi studi, molti intenditori segnalavano all’Alberini la presenza, presso antiquari italiani e stranieri, di opere pittoriche che rappresentavano il mondo della pasta, e che gli Agnesi acquisirono; inoltre la ricerca si estese ai principali archivi fotografici. Scoppiata la seconda guerra mondiale, Alberini è destinato a  Creta dove viene catturato dai nazisti e condotto, prima a Deblin, in Polonia, e quindi in Germania, prima a Uberlingen e poi a Sandbostel, dove incontra, come compagno di prigionia, Giovanni Guareschi.  Tornata la Pace, Alberini riprende l’attività giornalistica collaborando stabilmente col “Corriere della Sera”; grazie all’amicizia con Adriano Wettach, in arte “Grock” e alla  si interessa al mondo del circo, cui dedicherà una parte importante del proprio lavoro. Nel 1953 Orio Vergani lo chiama a far parte del gruppo dei fondatori dell’”Accademia italiana della cucina”. 

Barberousse getta la pasta sotto gli occhi di Agostino dei Cacciatori; Peynet ne approfitta subito. Era l’autunno del 1965.

Vincenzo Agnesi prende la parola durante la tradizionale Cena “Gli umoristi incontrano gli spaghetti” ed illustra in anteprima gli aspetti della Dieta Mediterranea alla quale lavorava Massimo Alberini.

A questa attività si affiancarono altre iniziative culturali, come il premio giornalistico Bagutta-Agnesi, assegnato per la prima volta nel 1949 a Marino Moretti e Giuseppe Marotta, e le cene sul tema “Gli umoristi incontrano gli spaghetti” offerte dagli Agnesi ai disegnatori convenuti in massa a Bordighera per il Salone dell’umorismo nel periodo 1950-1957.

Tutto il materiale raccolto fu utilizzato per allestire a Bordighera nell’estate del 1954 la “Mostra storica degli spaghetti”.  Da quel momento prese corpo l’idea di fondare a Pontedassio, paese d’origine degli Agnesi, un “Museo degli spaghetti”, in cui raccogliere documenti e testimonianze sulla storia della pasta, e dove  collocare il pastificio Mangiapan, di età napoleonica, scoperto in perfetto stato di conservazione nel 1939 a Dolcedo in provincia di Imperia, e subito acquistato dagli Agnesi. Di questo progetto l’Alberini fu insieme l’anima e il braccio operativo, manifestando la sua attitudine al rigore e alla precisione della ricerca. Nel frattempo, nel luglio 1953 veniva chiamato da Orio Vergani alla fondazione dell’Accademia italiana della cucina, altra istituzione per la quale profuse le sue energie sia sul piano organizzativo, sia degli studi, impegnandosi a realizzare il programma dell’Accademia che consisteva nell’esaltazione e nel rilancio della cucina regionale italiana, e scoprendo numerosissime “ricette da salvare”, che lui voleva fossero riproposte nella loro forma originale e autentica. Tutto questo lavoro fece dell’Alberini uno dei maggiori esperti di storia della cucina italiana, e i risultati dei suoi studi si sono divulgati attraverso le innumerevoli conferenze cui partecipò come relatore, negli articoli per quotidiani e riviste e nelle moltissime pubblicazioni di cui fu autore. 

Le Immagini della Galleria si ricollegano all’iniziativa della Ditta Agnesi relativa alle cene sul tema “Gli umoristi incontrano gli spaghetti” dedicate ai disegnatori convenuti a Bordighera per il Salone dell’umorismo nel periodo 1950-1955. Durante il Convivio del 55, l’Ing. Vincenzo Agnesi parlò espressamente ai convenuti della nascente “Dieta Mediterranea” che Alberini stava elaborando ed è uno dei primi vagiti di questa ormai affermata modalità di “stare a Tavola”.

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