Zarina Maria Alexandrova di Russia

Massimiliana Guglielmina Maria d’Assia (nata a Darmstadt, 8 agosto 1824 e morta a San Pietroburgo l’8 giugno 1880) è stata imperatrice di Russia. Nata principessa nel Granducato   d’Assia, figlia del Granduca Luigi II assunse il nome di  Maria Aleksandrovna, quando divenne imperatrice di Russia e consorte dello Zar Alessandro II.  Sulla sua nascita pende un pettegolezzo che ha circolato a lungo fra i perbenisti a tempo pieno delle corti europee; se il Gran Duca Luigi II di Hesse e del Reno fosse effettivamente suo padre biologico o se la madre Wilhelmina di Bade l’avesse concepita tradendolo con un blasonato gigolò dell’epoca, il Barone Grancy.  Forse è questa la ragione per la quale il nome della futura Zarina venne accuratamente epurato dalle  liste che solevano scambiarsi, con agghiacciante disinvoltura, le corti europee del tempo: elenchi in cui venivano propagandati i nomi delle principesse tedesche nubili, lanciate sul mercato dei matrimoni di interesse dinastico.  Nonostante queste controindicazioni, nel 1838 lo zarevic Alessandro, impegnato in un tour europeo per cercare una di moglie di rango, incontrò l’allora quattordicenne Maria e s’innamorò in modo irreparabile; concluse immediatamente, in pochi giorni le complicate trattative di fidanzamento.  Solo tre anni più tardi, il 16 aprile del 1841, la sposò  in grande pompa davanti a tutti i maggiori regnanti delle poca, vincendo le forti obiezioni dell’imperatrice madre Aleksandra Fedorovna. L’ambiente della corte russa si dimostrò subito difficile ed a volte ostile per la giovanissima neozarina, soprattutto perché le veniva rimproverato il carattere timido e riservato scambiato per alterigia; era giudicata inelegante e poco propensa a partecipare a banchetti e feste. Maria  Aleksandrovna cominciò a soffrire di febbri ricorrenti provocate dal clima inospitale di San Pietroburgo e la sua debole fibra fu progressivamente compromessa anche in conseguenza di gravidanze a ripetizione (diede alla luce otto figli).  Nel 1855 il marito Alessandro divenne imperatore e per Maria gli obblighi di corte, che fu costretta a sopportare, anche nei periodi di maggior sofferenza si fecero gravosi ed insopportabili. Le sue condizioni precarie la costrinsero a pellegrinare presso molti centri clinici europei in cerca di una guarigione definitiva ed in questo itinerario si inserisce anche il suo soggiorno sanremese all’Hotel de Nice nella sua prima sede affacciata su Corso Garibaldi.  Nella nostra città arrivò in treno il primo dicembre, accolta alla stazione dal Principe Amedeo di Savoia, dalle autorità cittadine e seguita per tutto il suo percorso da una immensa folla festante di sanremesi e di ospiti stranieri. Cominciava l’inverno del 1874 e per tutto il periodo in cui si trattenne sino alla primavera successiva, l’imperatrice visse un soggiorno riservato assieme ad una piccola corte di amici, fra i quali il poeta e commediografo Alexis Konstantinovitch Tolstoï, cugino del più famoso Leone Tolstoj.  Dalla fitta corrispondenza che questo letterato (in verità la sua attività più spiccata fu quella di maestro di cerimonia alla corte dello Zar Alessandro II°) si  scambiò con gli amici rimasti a San Pietroburgo è stato possibile ricreare l’atmosfera di quel periodo e conoscere le consuetudini della colonia di connazionali in vacanza a Sanremo che in quegli anni raggiunse una consistenza notevole tanto da provocare l’apertura di un bagno, di una farmacia e di un panificio russi; sino all’apertura, quarant’anni più tardi della Chiesa ortodossa tuttora in attività.  L’inverno della Zarina trascorse  tra impegni ufficiali con gli illustri visitatori che vollero incontrarla e fra questi Re Vittorio Emanuele II°, ma soprattutto con riposanti passeggiate a piedi lungo le due nascenti Promenade cittadine e visite in carrozza nelle località più pittoresche dell’entroterra. Si recò anche a visitare Coldirodi e Bussana ancora  indenne dal terremoto che l’avrebbe distrutta pochi anni più tardi. Prima del suo ritorno alla reggia di San Pietroburgo volle comunicare alle autorità cittadine la sua intenzione di lasciare un segno tangibile di ringraziamento per il suo soggiorno a Sanremo e si propose  per l’acquisto delle palme in fregio alla nascente passeggiata che da allora porta il suo nome; se si eccettua il breve periodo in cui, sgarbatamente, gli amministratori pro tempore ne cambiarono il nome dedicandola al Presidente americano Wilson.  Poiché non esistono, che si sappia, immagini del suo soggiorno a Sanremo e sono scomparse  anche quelle che sono servite agli incisori per riprodurre le xilografie del suo arrivo apparse sui principali settimanali dell’epoca, si è pensato di ricorrere alle sofisticazioni consentite dal digitale per ricreare alcune ipotizzabili immagini commemorative.  La prima ricostruisce la sua visita ipotetica ad una delle ville signorili e la seconda immagina il suo relax se avesse soggiornato in una suite dell’Hotel d’Europa et de la Paix già in attività all’epoca.

TRADUZIONE IN CIRILLICO

 

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