LE FIGLIE DEI MILITARI in vacanza a Sanremo dal 1873 al 1899

Quando le figlie dei caduti venivano al mare a Sanremo…

Hotel Victoria, Gruppo delle ospiti torinesi: sulla scala in alto il Sindaco Bartolomeo Asquasciati, sedute alla destra del tavolo Adele Roverizio e la Marchesa del Carretto.

Questa rara foto d’epoca, scattata verso la seconda metà del 1800, titolata figlie dei militari 15-18 in effetti riguarda le figlie dei caduti a partire da quelli del Risorgimento. Il Comune di Sanremo per alcuni anni offrì alle allieve il soggiorno estivo all’Hotel Victoria di Corso Cavallotti.  Nell’immagine è rappresentata anche la Marchesa Maria Luisa del Carretto di Santa Giulia, allora responsabile della Fondazione che aveva sede nella Villa della Regina a Torino immediatamente alle spalle della Gran Madre. La villa, recentemente restaurata, era stata donata dalla moglie di Vittorio Amedeo II, dalla quale prese la denominazione, e nel 1868 fu regalata da Vittorio Emanuele II all’Istituto per le Figlie dei Militari;  nel 1994 venne incorporata dal demanio.  Si deve ad una generosa iniziativa della Contessa Adele Roverizio se a partire dal 1873 e sino al 1899, fu consentito, alle figlie dei caduti dei militari, di trascorrere a Sanremo le vacanze estive, dapprima in una delle sue ville del Solaro, quindi in una delle strutture alberghiere chiuse ai turisti durante i mesi caldi.  I brani che si riportano per illustrare l’iniziativa, sono tratti da una corposa pubblicazione curata dalla scrittrice torinese Cinzia Ballesio, edita nel 2017 che descrive la vita dell’Istituto fondato dalla Marchesa Maria Luisa  Del Carretto e dedica un intero capitolo a Sanremo, il cui Comune: ”non si lasciò scappare l’occasione per comunicare il suo potenziale ruolo di città di vacanza estiva, ospitando il collegio simbolo della nuova Italia unita che accoglie ragazze provenienti da ogni parte del Paese e che potranno raccontare il loro straordinario soggiorno, facendosi portavoce delle bellezze e della salubrità del luogo.”  Nel 1870 il Consiglio comunale esaminò la richiesta dell’INFM che voleva mandare a Sanremo le proprie allieve per “prendere i bagni di mare” e chiedeva di apprestare un conveniente alloggio. Riferisce il relatore che, “trattandosi di accreditare sempre più il clima e la posizione di questa città, si è creduto di fare pratiche per vedere se era possibile trovare un alloggio nel convento delle monache Turchine, ma è stata dimostrata l’impossibilità di servirsi del convento. Si è quindi incaricata la Giunta per fare le opportune ricerche a vedere se potesse profittarsi di uno degli alberghi che nell’estate sogliono tenersi chiusi e a tal fine è concesso un contributo per le spese fino a lire mille” Sono le prime notizie che attestano l’inizio di una tradizione che durerà quasi ininterrotta fino alla fine del secolo,  riportate con un certo orgoglio dalla stampa locale. E così le allieve, “che sono accompagnate da personaggi eminenti per fama e per censo, trovano ospitalità a Sanremo”.  La Gazzetta di Sanremo nel numero del 28 giugno 1873,scrive che “Il Comune e la cittadinanza si associano nell’encomio al conte Roverizio per la cortese e generosa ospitalità accordata nel suo palazzo  alle Figlie de Militari che in tanto numero accoglie l’istituto di Torino, e perciò avremo quanto prima in diverse riprese a Sanremo per i bagni di mare. Ieri giunse in Sanremo un primo drappello delle figlie dei militari: esse ebbero quelle accoglienze che meritano queste gloriose propaggini d’un seme d’eroi, nelle quali la patria é fiera di compiere un dovere di riconoscenza, paga un tributo postumo d’affetto agli autori principali della sua nazione indipendente. Sanremo non seconda a nessuna delle cento città d’Italia nell’amor di patria, siamo certi dimostrerà loro in tutti i modi durante il loro soggiorno quanto sia sensibile all’onore di ospitarle“.  Il 19 luglio si da notizia di un invito all’Hotel de la Paix e nell’edizione del 9 agosto viene segnalato che “lunedì 4 corrente giungeva in questa città il secondo drappello delle figlie dei militari composto da circa cinquanta ragazze”. Se inizialmente vengono ospitate dai conti Roverizio,  probabilmente a Villa Berigo, uno dei primi edifici costruiti appositamente per l’accoglienza turistica, successivamente sono messi loro a disposizione i locali delle scuole comunali, l’Hotel Victoria negli anni Ottanta e dal 1896, per indisponibilità delle scuole, l’asilo Corradi.  Il numero delle partecipanti varia di anno in anno e, nonostante la mancanza di una documentazione completa, si può ipotizzare con una certa sicurezza che ogni anno prendessero parte al soggiorno marino tra le ottanta e le cento allieve provenienti da tutte e tre le sezioni dell’istituto e di ogni fascia d’età,  comprese le bambine del Giardino d’infanzia e qualche ex allieva.   Solo nel 1884 il soggiorno viene sospeso per il timore di una eventuale diffusione dell’epidemia di colera scoppiata a Tolone. Le pagine di un diario descrivono le giornate al mare, l’ospitalità nei locali della scuola comunale, le nuotate mattutine, le gite in barca a Ospedaletti, le passeggiate nell’entroterra, i picnic in riva al mare e addirittura un ballo, con limonate, paste e gelati, offerto dal Municipio di Sanremo a cui erano invitati anche gli allievi del Collegio militare di Milano venuti a Sanremo per i bagni.  Un racconto di Gina Sobrero conferma poi l’importanza attribuita al soggiorno delle ragazze per la città in fase di sviluppo turistico: “sono stati tutti gentili fino all’ultimo momento… la banda municipale ci ha accompagnato alla stazione suonando la Marcia reale; la città era imbandierata; il sindaco ci ha fatto un discorso per ringraziarci della letizia portata in paese con la nostra gioventù e allegria: poi ha regalato a tutte un arancio, un mazzolino di fiori e una banderuola con lo stemma di Sanremo“.

 

 

Le due ultime immagini, impeccabili ritratti di Domenico Mansuino, inducono a pensare che giovani ragazze come Lina Ghersi, ( nella foto da sola ed in quella con la madre e la sorella) svolgessero il compito di sorveglianza e di assistenza alle numerose “Ospiti Torinesi al mare”, tanto da indossare la loro divisa d’ordinanza. 

 

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